C’è stato un periodo alla fine dello scorso secolo ad all’inizio di questo in cui il genere horror giapponese era alla ribalta internazionale. Autori che sarebbero poi diventati abituè del circuito festivaliero, su tutti Kiyoshi Kurosawa, devono molto alla spinta e all’opportunità data loro in quegli anni da questo cinema di genere. Due delle serie dell’orrore che più hanno influenzato l’immaginario internazionale degli appassionati in questi ultimi due decenni e che proprio da quell’era provengono, si sono alla fine «incontrate» e fuse in questo 2016. È nelle sale dell’arcipelago nipponico dallo scorso mese infatti «Sadako vs Kayako», un lungometraggio che mette insieme due degli universi del cosiddetto J-horror più popolari, Ring e The Grudge, in giapponese conosciuto come Ju-On, e che fa scontrare le sue due protagoniste. Tutto sembra essere iniziato come una sorta di scherzo, il primo aprile dell’anno scorso infatti era stato annunciata, un pesce d’aprile bello e buono, la fusione di questi due universi narrativi. Ma l’interesse del pubblico si è rivelato così massivo e pressante che il progetto nei mesi successivi è diventato realtà e probabilmente. E vista la multimedialità dei due franchise che si compone di libri, giochi e manga di successo, non sarà d certo l’ultimo.

La storia comincia, come spesso succede in Giappone, fra le mura scolastiche, in questo caso la protagonista è una bambina di soli quattro anni ma che già viene derisa ed isolata nell’asilo che frequenta. Nagi, questo il nome della bambina, è senza genitori, la madre si è suicidata ed è cresciuta dalla ventiquattrenne zia Fuko, laureata in psicologia e che lavora in un ospedale della capitale. Gli eventi cominciano a precipitare quando Fuko si accorge che la piccola Nagi fa degli strani disegni che descrivono efferati omicidi che stanno sconvolgendo Tokyo prima però che essi di fatto accadano.

Il lungometraggio è diretto da Koji Shiraishi, specialista del genere e già dietro la macchina da presa per The Curse nel 2005, ma più noto alle cronache internazionali per Grotesque, film girato nel 2009. «Grotesque» aveva infatti scatenato una serie di controversie quando la sua proiezione fu proibita in Gran Bretagna dal British Board of Film Classification, l’organizzazione responsabile della classificazione dei film nel Regno Unito, per una violenza grafica ritenuta eccessiva ed immotivata.

Un elemento molto interessante è che Sadako vs Kayako è attualmente nelle sale dell’arcipelago anche in una versione 4D, a metà strada tra il cinema «tradizionale» e l’intrattenimento da parco di divertimenti, questa tecnologia aggiunge alla visione in 3D, movimento, acqua, liquidi, nebbia, vento, aria, bolle e profumo. Un po’ di tutto quindi e per la maggior parte effetti che spostano lo spettatore dalla visione vera e propria e che se vogliamo non è propriamente «cinema», anche se ci sono degli effetti decisamente più riusciti e sorprendenti. Quelli più funzionali al film, ci sentiamo di dire a qualsiasi film, sono solo alcuni, su tutti l’oscillare e l’inclinarsi della poltrona a seconda del movimento di camera, un effetto che quindi magnifica il movimento della macchina da presa stessa ed i tremolii, i lievi movimenti del poggiatesta.

Ma soprattutto ciò che rende la visione di Sadako vs Kayako e di qualsiasi altro film di questo genere un vero tuffo nel terrore, sono gli improvvisi scossoni della poltrona che accompagnano i momenti di tensione più attesi.

matteo.boscarol@gmail.com