«Alfred Bauer ha dato un contributo non insignificante al funzionamento del sistema cinematografico tedesco durante la dittatura nazista, e di conseguenza alla stabilizzazione e alla legittimazione del suo dominio». È la conclusione a cui giunge lo studio del docente Tobias Hof dell’istituto Leibniz di storia contemporanea, al quale era stato commissionato dalla Berlinale per fare chiarezza sul ruolo del fondatore e primo direttore del Festival durante il regime nazista. Lo scorso febbraio, poco prima della 70esima edizione, erano infatti usciti degli articoli su Bauer e il suo coinvolgimento nel Reichsfilmintendanz, organo direttivo del sistema cinematografico del Terzo Reich. Il premio Alfred Bauer era stato sospeso in attesa di fare chiarezza sul passato dell’ex direttore – e abolito definitivamente poche settimane fa.

IERI la pubblicazione di un sommario dello studio di Hof getta una luce sullo status di Bauer durante il nazismo grazie all’analisi di documenti contenuti in numerosi archivi: dalla Deutsche Kinemathek e gli archivi statali di Berlino alla National Archives and Record Administration a Washington DC. Dallo studio emerge che nel 1942 Bauer (membro del partito nazista e anche delle Sa) entrò nel Reichsfilmintendanz, che «in particolare sotto la leadership di Hans Hinkel divenne un’istituzione estremamente importante nel controllo, la pianificazione e la supervisione della produzione cinematografica tedesca e europea». In quanto direttore era Hinkel a stabilire le linee guida, in diretto contatto con Joseph Goebbels e Max Winkler, mentre i due consiglieri Alfred Bauer e Walter Müller-Goerne erano incaricati dello «svolgimento pratico delle attività».

Consapevoli dunque «del ruolo dell’istituzione e del significato del medium cinematografico nel progetto egemonico della società nazista – e di conseguenza anche delle proprie responsabilità».Durante il processo di denazificazione, Bauer mentì sul proprio ruolo all’interno del Reich, e «cercò di approfittare delle condizioni caotiche della Berlino del dopoguerra per accreditarsi come un convinto ed attivo oppositore del regime nazista», che nel 1950 gli valse l’approvazione, da parte degli alleati, del suo progetto di un Festival del Cinema a Berlino. «Un opportunismo ambizioso e senza scrupoli che potrebbe anche aver influito sulla sua vicinanza al regime nazista».

SCOPERTE che la condirettrice della Berlinale Mariette Rissenbeek definisce «sconvolgenti», e che «cambiano la prospettiva sugli anni di fondazione della Berlinale». «Ciononostante, costituiscono una tappa importante nel processo che affronta il passato nazista delle istituzioni fondate dopo il 1945».