«Sandro, vieni che ti faccio fare una fischiata », ricordava il maestro Alessandroni scherzando fra un brano e l’altro di una bella serata di tanto tempo fa, l’affettuosa amicizia che lo legava a Ennio Morricone. Diplomatosi al Conservatorio di Roma, è presto notato da Nino Rota in qualità di « fischiatore ». Lui, musicista polistrumentista (sitar, pianoforte, mandolino, flauto, sassofono, fisarmonica…), lega il suo nome per sempre ai memorabili temi per fischio di Morricone per la trilogia del dollaro.

Impossibile pensare ai film di Sergio Leone senza evocare l’irresistibile aria picaresca evocata dal fischio limpidissimo del maestro Alessandroni, anche se l’apporto della sua chitarra elettrica aveva la medesima, fondamentale importanza. Lo stesso fischio che ritroviamo in Un sacco bello di Verdone, un segno di garanzia e continuità che passava di generazione in generazione.

E a proposito della sua Fender, scherzava giustamente orgoglioso, anche se in fondo con estrema modestia, sull’offerta che gli era pervenuta da un ammiratore giapponese estremamente ricco, a quanto pare, che gli aveva offerto una cifra da capogiro per la sua chitarra. «Me la sono tenuta, però», chiosava filosofico, come se l’idea di venderla non rientrasse nemmeno fra le cose pensabili. Grande talento pop, basti pensare a un brano come Tema di Londra composto insieme all’amico Francesco De Masi per il film Colpo maestro al servizio di sua maestà britannica di Michele Lupo, ha spaziato da un estremo all’altro della musica da film e da sonorizzazione.

Oltre che musicista e fischiatore eccellente, il maestro Alessandroni era dotato di una splendida voce. Attivo come corista nei I 2 + 2 di Nora Orlandi li abbandona per dare vita al Quartetto Caravels nelle cui fila conosce la sua futura moglie Giulia De Mutiis. Qualche tempo, cambia nome al quartetto che diventa così I Cantori moderni di Alessandroni. Attivo nel momento più fertile della musica da film italiana, quando nomi del calibro di Stelvio Cipriani, Sandro Brugnoglini, Egisto Macchi, Riz Ortolani, Ennio Morricone e molti altri realizzavano i loro lavori più memorabili, è riuscito a ritagliarsi una voce e una identità inconfondibile. Oscillando fra la calligrafia blaxploitation di Sangue di sbirro, diretto da Alfonso Brescia che di fatto gli chiede esplicitamente di rifare la celeberrima Shaft di Isaac Hayes, riesce a svincolarsi dalla commissione e a realizzare uno delle composizioni poliziottesche più amate e ricercate. Per un thriller morboso e nero come Suor omicidi diretto da Giulio Berruti interpretato da Anita Ekberg, Lou Castel e Joe Dallesandro, crea un universo sonoro sensuale e decadente costantemente ristampato sia in cd che in vinile.

Attivissimo ovviamente nei western spaghetti, non disdegnava la commedia scollacciata, come dimostrano La signora gioca bene a scopa ? di Giuliano Carnimeo e La professoressa di scienze naturali di Michele Massimo Tarantini. La straordinaria umiltà e professionalità, il non risparmiarsi mai, fanno sì che anche i film più di routine beneficino della vitalità incontenibile della sua creatività. Con la riscoperta della musica da sonorizzazioni, lo spettro della musica del maestro Alessandroni si è rivelata ancora più ampia. Basti pensare a lavori come Storie di guerra, Prisma sonoro, Light and Heavy Industry e Il tempo dello spirito.

Con la scomparsa di Alessandro Alessandroni, 92 anni, a pochi giorni da Tomas Milian e Giorgio Capitani, viene a mancare un ulteriore tassello, fondamentale del cinema italiano. Per fortuna a chi vorrà dedicarsi alla scoperta dell’opera del maestro, restano moltissime ore di musica tutta da scoprire e valorizzare. E quindi, caro maestro, continuare a occuparci di Lei e del suo magnifico lavoro.