Si tiene al Teatro Miela di Trieste dal 13 al 18 settembre la XVIII edizione del festival internazionale del cinema e delle arti «Milleocchi» diretta da Sergio M. Grmek Germani, Come suggerisce il titolo è un festival di ricerca, riscoperta, anticipazione come si può vedere dalla scelta degli autori presenti in questa edizione: Franco Piavoli, Vittorio Cottafavi, Pietro Germi, Peter Schreiner che era a Venezia con il suo film Totò, accanto a Laurel & Hardy. Mary Nolan diva degli anni trenta è l’icona, figura emblematica a sintetizzare il fascino del cinema, così come la vediamo in una foto di scena del film di Tod Browning Outside The Law (1930). Questa icona è anche una sfida al destino di quest’attrice, che come un’eroina ante litteram del #MeToo denunciò un produttore per maltrattamenti e si giocò così la carriera nel cinema.
Questa edizione dal titolo rosselliniano «La Macchina Ammazzacattivi» si realizza grazie alla convinzione e alla tenacia dell’Associazione Anno uno, ai suoi collaboratori e con un minimo di contributi pubblici.
I percorsi del festival, quest’anno, sono il frutto di preziosissime partnership: quella con la Cineteca del Friuli, archivio regionale di rilievo internazionale, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca Italiana di Milano e la Cineteca di Bologna, insieme ad altri archivi e istituzioni italiani ed europei, tutti forniscono numerose opere che vanno a comporre il programma festivaliero 2019.
A Franco Piavoli è dedicata la personale completa. Il regista de Il Pianeta Azzurro (1982) – un capolavoro, come lo definì Tarkovskij – sarà a Trieste con le copie originali dei suoi film e terrà un incontro-lezione coordinato da Cecilia Ermini. Al regista verrà anche consegnato il Premio Anno Uno, unico e prestigioso riconoscimento del Festival a un preminente cineasta del nostro tempo.
È in programma una delle più belle produzioni girate nel Friuli Venezia Giulia Maria Zef (1981) di Vittorio Cottafavi. Il film, recentemente restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino insieme alla Cineteca del Friuli, verrà proiettato nell’originale formato in copia 35mm subito dopo essere presentato in file digitale alla Biennale Cinema a Venezia, ciò in linea con la scelta generale del festival di proiettare i film sempre nel loro formato originale: digitale quando nati in digitale, in pellicola quando nati in pellicola. Altra presenza importante è quella del regista austriaco Peter Schreiner e il suo sguardo sui popoli e paesi italiani a cui il critico Olaf Möller sta dedicando una rassegna personale completa a Vienna. Entrambi, regista e curatore, saranno presenti a Trieste.
Si presenterà il libro di Marina Silvestri su Anna Gruber, segretaria di edizione dei tre film del percorso Germogli, Il trittico lacerato di Pietro Germi – Il ferroviere, L’uomo di paglia, Un maledetto imbroglio – oltre a un’anticipazione del suo volume sui progetti cinematografici irrealizzati di Linuccia Saba, figlia del poeta triestino.