Dalla gloria alla celebrità. Questo è il tema del quattordicesimo festival di filosofia che si svolgerà a Modena, Carpi e Sassuolo dal 12 al 14 settembre. Duecento tavole rotonde, conferenze, mostre, concerti e iniziative, quasi tutte gratuite, organizzate in 40 luoghi diversi nelle tre città emiliane dal Consorzio Festivalfilosofia composto dai comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la provincia di Modena, la fondazione Collegio San Carlo e la fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Sono previste oltre cinquanta «lezioni magistrali» nelle quali filosofi, antropologi, scrittori e critici letterari rifletteranno sul modo in cui si costruiscono, si desiderano e si progettano le vite «spettacolari» oggi. Aspirazione assolutamente contemporanea perché vivere una vita spettacolare risponde all’esigenza della conquista della visibilità e della messa in luce di sé.
Nelle intenzioni del comitato scientifico del consorzio per il festival filosofia, presieduto dal filosofo Remo Bodei, questo problema che delizia – e affligge – la soggettività contemporanea deriva dalle trasformazioni dell’ambizione e dalla riabilitazione dell’onore, due concetti presenti nel discorso etico greco-romano e poi moderno. Ad averli alimentati, e accompagnati nella trasformazione dei loro significati, è stata la ricerca della «gloria» terrena e futura del filosofo, del politico, del guerriero e anche del professionista o del capitalista. Questo sostrato viene oggi costantemente mobilitato, e non solo nel genere maschile, al fine di un riconoscimento sociale o per ottenere il consenso in una democrazia mediatica e tendenzialmente autoritaria. Quella che si sta imponendo negli anni della grande crisi e dell’austerità.
Nella traccia fornita ai relatori del festival viene sollecitata anche una riflessione tra la spinta possente che la gloria produce nella vita dei singoli, e il desiderio della gloria. La gloria è, tra l’altro, un tentativo di lasciare una traccia, un’impronta riconoscibile, non solo nei monumenti materiali, o nelle opere, ma anche nella rappresentazione del sé aleatoria e fugace tipica dei social media.
Argomenti affrontati nella sezione del festival dedicata alle «lezioni dei classici», a dimostrazione che il populismo digitale contemporaneo, quello che cerca il consenso politico attraverso l’uso dei social media, così come la democrazia fondata sulla ricerca della gloria di un Capo, hanno una lunga storia che non si è ancora conclusa. In queste lezioni sarà possibile operare le opportune differenze. Perché la magnanimità di cui parlava, ad esempio, Aristotele nel IV libro dell’«Etica Nicomachea» è una virtù che modera la ricerca di onori e fama dell’uomo che degno di possederli. Questa ricerca è lontana dal potere carismatico descritto da Max Weber o dalla discussione teologica sulla gloria istruita da von Balthasar. Alla base di questa ricerca esisterebbe l’esigenza del riconoscimento, un bisogno che è alla base della vita sociale, ieri come oggi.
Consolidato è il parterre dei filosofi, e non solo, chiamati a parlare al festival. Da Enzo Bianchi, Roberta de Monticelli, Roberto Esposito, a Maurizio Ferraris, Umberto Galimberti, Giacomo Marramao, Michela Marzano, fino allo psicoanalista Massimo Recalcati che ha ispirato le considerazioni del presidente del Consiglio Renzi su Telemaco e Ulisse, anche se ne ha cambiato il senso. Non mancherà Emanuele Severino, poi Gustavo Zagrebelsky e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico. Ci saranno Marc Augé e Zygmunt Bauman. Un richiamo al pubblico sarà la «lectio Rotary» dello scrittore Alessandro Baricco. Annunciata la partecipazione anche dei filosofi Jean-Luc Nancy e Emanuele Coccia.
Ci sarà spazio per la «vanagloria», di cui Umberto Galimberti traccerà il carattere relazionale, connesso col tema del riconoscimento, mettendone in risalto la radice riflessiva nella stima di sé. Chiara Saraceno rifletterà sul concetto dell’onore alla luce del comandamento di onorare il padre e la madre. La sua intuizione è ripensarlo non a partire dal ruolo e dal potere, ma in base ad un dinamica educativa e relazionale. Roberto Esposito rifletterà sulla gloria all’interno dell’attuale dispositivo teologico-politico, dove la politica è stata assorbita dall’economia e dove l’economia è la principale dispensatrice di comandamenti morali che spingono l’individuo al risparmio, al rispetto dei debiti e ad una disciplina penitenziale a cui non sembra esserci riscatto. Per Esposito è possibile pensare un superamento di questo dispositivo.
In programma ci sono inoltre 30 mostre, tra cui una personale di Mimmo Jodice, un’altra sul Punk inglese e su Tullio Pericoli. Previsti i menu filosofici dell’accademico dei Licei Tullio Gregory nelle settanta enoteche e ristoranti a Modena, Carpi e Sassuolo. Per informazioni: www.festivalfilosofia.it