Putignano in Puglia è non solo una delle capitali del Carnevale italiano ma uno dei pochi posti dove quella manifestazione si studia in convegni di grande interesse per ricchezza di analisi e impegno nell’affrontare temi che, a torto, vengono considerati ormai obsoleti se non relegati in ambito storico.
Due volumi, del tutto complementari anche se usciti con intenti ed editori diversi, riportano al centro – mentre è in preparazione il nuovo convegno di studio su Maschere e linguaggi (dal 12 al 14 febbraio) – la questione del fascino del travestimento e delle celebrazioni rituali. Si tratta di La maschera e il potere, a cura di Pietro Sisto e Piero Totaro (edizioni Progedit, pp. 272, euro 26), e Putignano è una festa di Pietro Sisto (Laterza, pp. 112, euro 12).

Il primo libro raccoglie gli atti del convegno del 2014 e in tredici relazioni apre squarci e discussioni sul rapporto tra il mascheramento e le figure del dominio, senza dimenticare, come avverte Domenico Scafoglio nel suo saggio, che il Carnevale è «un linguaggio simbolico, una trama di riti, allegorie, che riempiono il campo visivo e quello sonoro, esercitando sulle persone una forza psichica possentemente coercitiva, che suscita desideri ed emozioni intense, e non può essere tradotta semplicemente in concetti, senza perdere la sua efficacia».

Questo vero e proprio viaggio nel rapporto col potere parte dall’analisi della commedia greca antica (Piero Totaro) e quella attica (Matteo Pellegrino) per inoltrarsi nel rapporto tra chiesa e stato, con l’ausilio del Carnevale napoletano del XVIII secolo (Laura Barletta), si sofferma sulla maschera dell’asino che scalcia il potere in Giovanni Pontano e Giordano Bruno (Pietro Sisto). Per proseguire in analisi della letteratura di Federico De Roberto (Pasquale Guaragnella) e Giovanni Verga (Angela Drago), con saggi di Ignazio Buttitta e Marxiano Melotti, Raffaele Nigro e Luigi Lombardi Satriani. Brilla per acutezza e invenzione il saggio di Oscar Iarussi sul regista di Amarcord («Giù la maschera: Fellini non era felliniano»).

Il Carnevale, ovviamente, non spiega tutta la realtà della cittadina della Murgia pugliese che viene raccontata tra le pagine del libro di Pietro Sisto. E tra fasti e monumenti (alcuni distrutti) del tempo che fu si racconta, mutuando dal vecchio adagio di Andrea Zanzotto («Dopo i campi di sterminio stiamo assistendo allo sterminio dei campi») anche di manipolazioni e violenze subite dal territorio.

Qui dalle nostre parti, dove non sappiamo che farcene dei lamenti e delle malinconie dei poeti, lo sterminio dei campi prosegue senza sosta e non sembra fermarsi», punge l’autore in un excursus pieno di affetto verso il luogo natìo.