Claudio Amendola aveva felicemente stupito con la commedia La mossa del pinguino. Ora presenta il suo secondo film da regista Il permesso – 48 ore fuori. Siamo in territorio noir partendo dal carcere di Civitavecchia. Da lì escono 4 detenuti per un permesso.

Luigi (Amendola) è in galera per duplice omicidio, Donato è dentro perché è stato incastrato da innocente, Angelo sconta la condanna per una rapina, poi c’è Rossana, pizzicata in aeroporto con un carico di cocaina. Ognuno vuole utilizzare il permesso per sistemare alcune cose rimaste in sospeso, e ognuno porta con sé un fardello che il carcere non ha certo alleggerito. Un tentativo curioso di esplorare sensibilità borderline (la storia è scritta con Roberto Jannone e Giancarlo DeCataldo) perché nel plot traspaiono i tratti dei vari Gomorra e Romanzi criminali, ma l’approccio nei confronti dei protagonisti è diverso, c’è empatia, voglia più di capire che di giudicare.