Qualche ruga in più, qualche filo bianco in testa, però chili di troppo non ne ha mai, Francesco Di Bella. Eterno Peter Pan, almeno nell’aspetto, classe 1972, napoletano vero, è uno dei custodi più apprezzati di una certa musica d’autore di oggi. Di quella che guarda con attenzione alla sostanza delle cose, creata sulla conoscenza di stili e l’alternanza dei generi, su una curiosità musicale onnivora, su un trasformismo sano e creativo.

DOPO una lunga carriera come leader dei 24 Grana, ’O Diavolo è il suo terzo disco solista, anche se il primo era una personale e intima riproposizione dei momenti più interessanti della band partenopea. Un album che esprime al meglio la grande confidenza con la parola (italiano o «napoletano» che sia) e l’ottima capacità di attraversare la canzone d’autore, quella napoletana e mediterranea tutta. ’O Diavolo è il luogo ideale per Francesco Di Bella per raccontare la sua straordinaria abilità, il suo sguardo lungimirante, avvenente, in grado di coinvolgere attraverso le pratiche sonore tutto il menù possibile di certe musiche elettro, dub e reggae. Gli vogliono bene tutti, Andrea Pesce che lo ha prodotto, Roberto Dellera che ha messo il basso in un pezzo, Cristiano De Fabritiis che supporta la ritmica e diversi altri musicisti di ottima caratura che spuntano qua e là nel disco.

CONSAPEVOLE, inafferrabile, a tratti addirittura irresistibile, Francesco Di Bella è un uomo sveglio, refrattario alle gerarchie e agli impedimenti ma affezionato a molte altre cose. Alla sua città natale, per esempio, e a questa figura che canta nel disco, il diavolo. Non ha fattezze umane? Potrebbe averle e vivere accanto a noi (riferimenti politici ma non solo) ma è anche una figura simbolica che coniuga tradizione e innovazione, incarna la malvagità almeno quanto rievoca il piacere ultraterreno. ’O Diavolo funziona, Di Bella esprime tutto se stesso, un misto di forza e fragilità, i lineamenti decisi in un corpo minuto. Un sorriso dolce e disarmante che si accompagna a un fare deciso.
Manca forse un picco di bellezza, manca il singolone ma ci sta (perché Rivelazione e Rub-a-dub style non lo possono essere purtroppo per le coordinate stilistiche che hanno, troppo poco commerciali), il pop non fa per lui. Ricerca un’altra dimensione, a volte sprofonda in canti inquietanti a tratti,altri in canzoni e basta. Eppure tutto, sempre, rientra nella sua visione personale.