«Elisa y Marcela» è un film del 2019 diretto da Isabel Coixet, è un dramma erotico-sentimentale che racconta la storia di Elisa Sánchez Loriga e Marcela Gracia Ibeas, due donne che si sono sposate nel 1901 nel primo matrimonio omosessuale della storia registrato in Spagna. Che paese stupendo la Spagna. È stato selezionato per competere per l’Orso D’oro al 69º Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Ragionavo con la mia amica Francesca Vecchioni, che è presidentessa della onlus Diversity Lab e difende i diritti degli LGBT, sulla libertà delle donne di rappresentarsi liberamente nella sfera erotica e sentimentale.

Lei mi giura che la libertà esiste, che c’è la libertà di essere eterosessuali, pansessuali, transgender, gender fluid, di praticare il poli-amore. Trova che noi donne abbiamo conquistato la nostra libertà. Le ho risposto che è una donna fortunata, nata e cresciuta in una famiglia democratica, suo padre è un cantante colto e raffinato, Roberto Vecchioni, e sua madre è una giornalista emancipata e sensibile, Irene; la sua madrina è addirittura Daria Colombo. Contrariamente invece in quel di Caivano, vicino Napoli, una povera ragazza lesbica è stata sparata dal fratello perché lesbica. Così sono ripartita nuovamente dall’idea che il sesso libero sia una conquista da realizzare, che vivere l’amore e il sesso senza pregiudizi sia una grande risorsa sulla quale investire per essere felici.

L’amore tra donne è ancora un grande tabù purtroppo; in Italia il matrimonio gay spaventa la chiesa e anche i perbenisti democristiani o fascisti a volte infastidisce anche i comunisti. Perché abbiamo ancora paura della libertà delle donne? Perché la violenza sulle donne è il primo linguaggio delle masse di uomini di potere e no? Ho parlato anche con la mia collega regista Monica Stambrini a proposito del suo film «Io sono Valentina Nappi» e anche lei parla delle libertà delle donne di vivere il porno, che è cosa ormai acquisita. Eppure, io che sono nata e cresciuta nel Sud Italia, ho sempre visto che il sesso e la libertà sono luoghi a noi proibiti: la libertà sessuale è ciò che ci viene vietato. Nella Storia dell’erotismo Bataille affronta un paradosso. L’uomo, per essere tale, deve distaccarsi dall’animalità, dunque porsi dei divieti che riguardano il sesso, la morte, le deiezioni. La semplice sessualità è necessaria alla vita ed è necessario sia porre divieti sia trasgredirli; l’erotismo è la «parte maledetta per eccellenza». Il diavolo è femmina, direbbe Cukor.