Dopo gli attacchi della Uefa, ora tocca a Real Madrid, Barcellona e Juventus. Sarà la Corte di Giustizia Europea a decretare il destino della Superlega, il torneo dei top club europei nato e fallito in 48 ore. Dovrebbe essere l’epilogo di una vicenda che rischia di riscrivere la sceneggiatura del calcio in Europa, come la legge Bosman che nel pieno degli anni Novanta consentì ai calciatori di svincolarsi dalle società a parametro zero. Ieri un tribunale di Madrid ha sottoposto una domanda pregiudiziale alla Corte di giustizia europea per la presunta violazione delle regole europee sulla concorrenza da parte di Uefa e Fifa contro i tre top club. E’ il contrattacco, la mossa, forse disperata, per respingere indietro le minacce dell’Uefa, attraverso il suo presidente Aleksandr Ceferin, di estrometterle dalla prossima edizione di Champions League. Insomma, altra benzina su un fuoco ancora assai alto tra i club disertori e l’Uefa.

L’INIZIO di una prevedibile battaglia legale, senza esclusione di colpi, perché ballano soldi, tanti soldi. La mossa dei tre club è partita un mese fa, affidando i propri diritti al Tribunale commerciale numero 17 di Madrid che vietava a Fifa, Uefa, Liga e altri campionati di adottare sanzioni contro le società fondatrici della Superlega. E ora se l’Uefa preannuncia in ogni caso una lunga battaglia, ricordando che gli altri nove club che hanno innestato la retromarcia sull’adesione alla Superlega nelle 48 ore successive al varo della nuova competizione restano in silenzio, saltano fuori nuovi dettagli che mostrano il pugno duro di Juve, Real e Barcellona. Secondo la testata spagnola Voxpopuli, il prestito da quattro miliardi di euro firmato dal colosso finanziario JP Morgan per finanziare la Superlega, siglato il 17 aprile, non sia mai stato ritirato, nonostante i tentennamenti mediatici esibiti un mese fa dalla JP Morgan, dopo il passo indietro sul progetto Superlega dei sei club inglesi. In sostanza, sarebbe ancora tutto in ballo, tutto così com’era.

ED E’ ANCORA in vigore l’accordo, sottoscritto dai 12 club, che impone una salata penale, 300 milioni di euro, in caso di uscita dalla competizione, come chiarì in un’intervista televisiva il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, uno dei promotori del progetto e presidente della Superlega, poche ore dopo lo scoppio del caso. E nel contenzioso tra i tre club e l’Uefa che ora si sposta alla Corte Europea sarà forse decisivo il ruolo, finora ambiguo, della Fifa. Il massimo organismo mondiale, che sembrava spalleggiare l’Uefa contro il progetto che avrebbe ridimensionato la Champions League e soprattutto indebolito le istituzioni del calcio mondiale, in realtà era a conoscenza delle intenzioni delle 12 società. Anzi, era pure favorevole. Il benestare della Fifa viene indicato come requisito essenziale per la nascita della Superlega nel contratto fondativo della nuova competizione, con i primi tavoli di discussione con il presidente Gianni Infantino che risalirebbero al 2019.