Il MFR è diventato un vero e proprio movimento del Maker basato sul concetto di condivisione delle informazioni, con la finalità di innescare effetti virtuosi sulla vita sociale ed economica delle persone. La sperimentazione di nuovi approcci alla produzione di una idea si fonda sempre di più su tecnologie a basso costo e con un alto grado di innovazione.

ANCHE IN QUESTA SESTA edizione (12-14 ottobre alla Fiera di Roma) si è puntato molto sul tema della disabilità e capacità di poter trasformare gli stili di vita di persone affette da qualunque forma di diminuzione della qualità della vita, o soluzioni a sostegno di territori in guerra e in situazioni di estrema difficoltà.
È quello che ha fatto Daniele Volante, un architetto di Cassino, con la sua invenzione Egg-o, uno zaino che si trasforma in culla pensato per le madri rifugiate e il problema del trasporto dei bambini. «È realizzato con materiali ecosostenibili, traspiranti e sicuri da montare – spiega Cassino – Dietro l’oggetto c’è un messaggio forte, aiutare le famiglie in condizioni di emergenza come guerre e calamità. Ad oggi Egg-o è ancora un prototipo. L’obiettivo è quello di arrivare alla produzione e alla vendita con un leggero sovraprezzo utile per riuscire a donarlo gratuitamente nei territori in difficoltà. I punti deboli sono legati allo scopo umanitario per il quale l’oggetto è nato e al significato politico che le persone attribuiscono al design sociale, spesso con una accezione negativa. Dovremmo iniziare a comprendere che in un’epoca dalle grandi sfide sociali e ambientali, il futuro di tutto il design passa attraverso questi temi al di là delle convinzioni politiche e della demagogia».

IL SECONDO PROGETTO ha già vinto il premio Contamination Lab 2018 dell’Università di Pisa. Si chiama Palpreast e l’ideatrice è Lucia Arcarisi (è anche uno dei progetti selezionati per la terza edizione del #MaketoCare, il contest finalizzato a far emergere soluzioni per persone con disabilità). «Si è partiti dal fatto che le donne non praticano l’autopalpazione perché non si fidano delle loro capacità diagnostiche toccando i noduli con le mani – racconta Arcarisi -. Da questa esigenza nasce Palpreast, un dispositivo indossabile adatto a tutte. Si basa sull’assunto che i noduli, soprattutto se maligni, sono molto più rigidi e duri, perciò se si va ad applicare una pressione dall’esterno è possibile rilevarne la presenza. Un tessuto sensorizzato comunica le anomalie su un’interfaccia. Vista l’importante funzione sociale è adatto anche alle donne incinta perché non utilizza radiazioni. Ad oggi è in fase di prototipo e si sviluppa attraverso un approccio open source grazie alla piattaforma Ubora (progetto finanziato dalla Ue per sviluppare dispositivi medicali open e sicuri) senza rinunciare agli standard di sicurezza». Maker Faire vede pure le scuole coinvolte. Tra le tante proposte, la testimonianza di un ragazzo di 17 anni, Antonio Specchiarelli dell’IIS Primo Levi di Vignola (Mantova) e della docente Carla Cavazzuti con il progetto «DoctorRobot»: un robot che consegna i farmaci i e si accerta che i pazienti li ingeriscano.

HA UNA FUNZIONE automatica e semiautomatica con l’impiego di un operatore. «L’idea è nata proprio dallo studente, dotato di una forte attitudine tecnica e di una passione smodata per la progettazione di dispositivi automatici – dice Cavazzutti -. La prima versione utilizzava materiali di recupero, poi abbiamo inserito dispositivi più idonei ed è nato DoctorRobot. L’invenzione non è ancora stata presentata ai vari enti, stiamo cercando di promuovere l’automa sul territorio mediante incontri formali e informali e sta suscitando molto interesse per le straordinarie potenzialità. Chiaramente sappiamo che esistono robot più belli e funzionali già sul mercato, ma speriamo che questo prototipo possa far conoscere le capacità tecniche e creative del suo inventore. Dal punto di vista tecnico posso dire che è un sistema relativamente semplice, flessibile in quanto facilmente modificabile sulla base dei compiti a lui assegnati. Ha inoltre un ingombro minimo che gli consentirebbe di muoversi anche all’interno di una abitazione privata, come ausilio per anziani e pazienti allettati».