Per le virtuali strade fatiscenti di una città industriale del mondo di Elympios la gente numerica si lamenta e si trascina sconsolata esprimendo, con le poche parole concesse dal loro piccolo ruolo di comparsa in un videogioco giapponese, disagio e disperazione. C’è un sentore di crisi economica che rimanda al nostro presente, sotto il cielo arancione di un tramonto sporcato dai fumi inquinanti di industrie che producono strani prodigi tra scienza, spiritismo e magia.

Siamo in un elettronico universo fittizio ma ci sentiamo quasi a casa e, persino in questo spazio fantastico programmato per farci trascorrere decine di ore di intrattenimento davanti allo schermo con il controller in mano, soffiano i venti tetri provenienti dalla realtà.

Si tratta di Tales of Xillia 2, per Playstation 3, nuovo episodio della serie di giochi di ruolo prodotti da Bandai-Namco che, si intuisce subito dal titolo, funziona come seguito diretto di Tales of Xillia, uscito l’anno scorso. È una cosa rara che si tratti di un sequel, perché i videogame di Tales Of creano un’esperienza ludica ogni volta indipendente con un contesto narrativo, personaggi e universi diversi. Quindi ogni volta il titolo muta: Tales of Symphonia, Tales of Vesperia, Tales of Graces… Prossimamente Tales of Zestiria, ancora in via di sviluppo.

Ma il mondo di Xillia è troppo vasto e le sue storie troppo complesse per esaurirle in un solo videogame, deve avere pensato Hideo Baba, ormai responsabile dei videogame Tales Of, così ecco questo numero 2 che da subito ci allontana dalla favola sfrenata del primo episodio per precipitarci in un’atmosfera più noir e fantascientifica che ammicca ai disagi del nostro mondo. È trascorso qualche anno dagli eventi narrati nel prequel e i mondi di Elympios e Reiza Maxia, un tempo separati da una barriera spiritica, si sono congiunti creando risorse e opportunità per l’industria e enormi disagi per il popolo.

Sebbene molti dei personaggi del precedente capitolo facciano ritorno durante l’evoluzione del seguito qui il protagonista è differente: un esile e taciturno ragazzo dai capelli neri con qualche ciuffo precocemente bianco dal nome di Ludger Kresnick. Taciturno è dire poco, perché gli sceneggiatori hanno reso la riluttanza alle parole di Ludger in maniera esasperata, tanto che talvolta ci chiediamo se non abbia problemi gravi nell’esprimersi dovuti a chissà quale trauma. Ma il suo quasi-mutismo non stona in un videogioco dove tutti gli altri caratteri principali tendono ad una squisita logorrea.

Ludger fallisce un esame per lavorare con la corporazione nella quale il fratello ha un ruolo di rilievo e viene assunto come cuoco a bordo di un treno. Tuttavia i terroristi di Exodus, o così almeno sembra, attaccano i vagoni e una strana bambina si unisce a Ludger, che ad un certo punto, tra i cadaveri dei passeggeri, si trasfigura in un essere magico…

Riassumere in poche parole la trama di un Tales Of è un impresa più complessa che cercare di sintetizzare Don Chisciotte in un aforisma ed è oltretutto un torto per chi si appresta a giocarlo.

Ma al di là dei virtuosismi manga-narrativi di un soggetto davvero complesso e sofisticato è importante trattare ciò che avviene dopo la risoluzione della scena del treno, quando Ludger e compagnia si risvegliano in una clinica e scoprono di essere stati curati dalle pesanti ferite subite, poiché dopo questo momento c’è il colpo di genio in grado di trasformare un’esperienza ludica interessante ma derivativa in un opera nuova e travolgente che va oltre in suo notevole predecessore.

Da questo fatale momento, come quasi tutti gli stati e gli abitanti del Pianeta Terra, siamo indebitati: una banca ha anticipato una cifra enorme per pagare le cure mediche e dobbiamo restituirle a rate. Estinguere il debito non è solo un mini-gioco opzionale con cui trastullarsi mentre si completa la storia principale ma diviene un meccanismo ludico che regola tutto lo svolgimento del videogame e, se non si pagano le rate, non si può proseguire nella trama.

Per guadagnare dovremo completare una serie di lavori che consistono in missioni secondarie dalla difficoltà variabile ma la cui struttura è realizzata in maniera tale da non essere mai ripetitiva e noiosa tanto da risultare davvero appassionante, diversamente da quanto avveniva nel primo episodio, in cui le «sub-quest» erano organizzate in modo un po’ farraginoso.

Per sbarcare il lunario esploreremo quindi a fondo il mondo di gioco e ne conosceremo ogni aspetto, torneremo persino in zone che già visitammo durante il capitolo precedente ma che qui appaiono invecchiate in seguito alla fusione tra i mondi. Potremo anche mandare in avanscoperta i gatti che troviamo dispersi nelle ambientazioni, gli unici in grado di scovare particolari e rari oggetti.

Bastano poche ore di gioco per realizzare di trovarsi «dentro» uno dei migliori Tales Of mai programmati, un videogame che se non possiede quel senso di meraviglia continua di Tales of Symphonia e Tales of Graces F almeno per ciò che riguarda la giocabilità risulta più entusiasmante di questi, più immediato e profondo nello stesso tempo. L’altro vertice ludico di Xillia 2 è il sistema di combattimento, anche in questo caso il migliore implementato in una serie che ha sempre puntato con successo a creare battaglie dinamiche e arcade in cui l’abilità e i riflessi del giocatore sono richiesti quanto la strategia.

Come negli altri Tales Of muoviamo in tempo reale il protagonista mentre gli altri combattono gestiti dall’intelligenza artificiale in base alle impostazioni marziali e difensive selezionate dal giocatore in precedenza, ma in Xillia 2 le opzioni di attacco del protagonista sono varie e numerose in maniera inedita: Ludger può cambiare armi durante la battaglia trascorrendo da una doppia lama, alle pistole a un grande martello; inoltre quando ha raccolto l’energia necessaria si può trasfigurare in un essere sovrannaturale potentissimo armato di una lancia divina.

Si tratta di un sistema di combattimento così vario e visivamente appagante che neanche dopo centinaia di combattimenti risulta stancante, considerando inoltre che la salita continua di livello implica l’apprendimento di mosse e magie sempre nuove e sbalorditive.

Gioco di ruolo giapponese classico e esemplare, in un’epoca in cui questo genere rischia l’estinzione, Tales of Xillia 2 è un opera immensa, ricca di dialoghi comici e drammatici da leggere, vedere e ascoltare, impreziosita da panorami stupefacenti e dalla presenza di creature mostruose degne di un sofisticato bestiario fantastico, musicata con arte somma della variazione di tono, registri e stili dal compositore Motoi Sakuraba. «Solo chi muore paga tutti i debiti», scrisse Shakespeare, e in Tales of Xillia 2 il Debito è una forza così malvagia e condizionante da determinare il fato di questi sfortunati personaggi fittizi con più violenza e incisione di quella operata da qualsiasi malvagio dio ancestrale. Siamo in un fantasy?
Forse no.