Un cuore coloratissimo che si staglia sulla copertina, un Pop heart per l’esattezza che è anche titolo dell’ultima fatica dell’artista romana – in uscita il 16 novembre a due anni da Oronero – in cui si presta come pura interprete. Non ci sono i classici dell’r’n’b americano in cui si cimentava nei club a inizio carriera insieme al padre Giorgio Todrani, piuttosto una scelta di quindici brani dai settanta ad oggi pescati nel songbook italiano e internazionale. «L’idea del disco – ha spiegato durante l’incontro stampa milanese – di cover l’avevo in mente già da un po’ di tempo e la mia casa discografica (la Sony, ndr) me o chiedeva da anni. Ho accettato di farlo ora perché il mio album di inediti ha chiuso un ciclo iniziato con Dietro le apparenze, e ho pensato fosse il momento di farlo prima di azzerare tutto».

UN LAVORO a quattro mani perché a produrre e arrangiare c’è ancora Michele Canova, quindi tanta elettronica decisamente calda: «Ormai s’è capito che amo l’elettronica. Ma la amo da sempre: vengo dall’r&b e tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 si facevano le ballad con cassa, rullante, sintetizzatori e cori. Quello rimane il mio punto di riferimento», incastri ritmici curatissimi e interpretazioni vocali magistrali, ma su questo non c’era alcun dubbio. Album eterogeneo, si va da Le tasche piene di sassi di Jovanotti – singolo già edito da un paio di settimane – per chiudere sulle note di Rihanna e la sua Stay, dove collabora con Ainé. In mezzo un arcobaleno di influenze e tanti duetti: Una storia importante con l’autore Ramazzotti, Il conforto con Tiziano Ferro dove di fatto sostituisce Carmen Consoli, ma soprattutto funzionano le armonizzazioni insieme ad Elisa su Gli ostacoli del cuore.

POI GLI OMAGGI, a Pino Daniele (suo pigmalione a inizio carriera) con Anima, Mango in Lei verrà, e a Donna Summer. I feel love viene rivisitata in chiave techno sotto la produzione di Benny Benassi, che suona come omaggio alla diva disco scomparsa sei anni fa e un ricordo adolescenziale di canzoni scoperte grazie al padre. Non può mancare Whitney Houston e I will always love you, pezzo di Dolly Parton ma reso celebre in tutto il mondo dalla pop star americana.  «Tirando le somme – sottolinea Giorgia – mi sono resa conto del mio cuore profondamente pop, legato al mio percorso musicale che è nato cantando le cover. Mi piacciono un sacco di cose diverse, quindi dare una coerenza era impossibile, ma nemmeno volevo fare quel la gente si poteva aspettare, le canzoni delle grandi voci. Anzi, le ho scelte per rivivere quei momenti, gli anni ’80 della mia adolescenza. Dopotutto, ogni cosa è pop quando diventa tua e la puoi condividere».

PROGAMMATO già il tour in 11 palazzetti dello sport, data zero ad Ancona il 5 aprile, ma il primo appuntamento dal vivo è dietro l’angolo: il 23 novembre sarà al Duomo di Milano con la band e l’Orchestra Sinfonietta terrà un concerto benefico per i bambini disabili.