Non sarà facile digerire un simil Gentiloni chiuso in bagno sulla tazza del cesso in una specie di G7 in un albergo di Trento che non apre né alla May né alla Merkel, apostrofandola anzi come «culona», o un Donald Trump che vomita nella cartella dei documenti importanti. Per non parlare delle battute politicamente scorrette sulle donne («Do sta la maiala?». «Lo vuoi vedere il pasticciotto?». «Ma lei ha proprio un bel curriculum!») o sulle signore d’una certa età («Che trombata che mi feci co ’sta vecchiazza!»).

Insomma, non sarebbe Natale senza il cinepanettone di Neri Parenti o senza Massimo Boldi. Stavolta uniti in questo Natale da chef, targato Medusa, primo film assieme dai tempi di Natale a Miami, 2005,prodotto da Aurelio De Laurentiis quindi dodici anni fa. E pensare che Boldi e Parenti si conoscono dai tempi di Fracchia la belva umana, cioè da quasi quarant’anni. E qualcosa del mondo di Fracchia e Fantozzi circola anche in questo sciagurato ma divertente cinepanettone, grazie anche alla presenza di Milena Vukotich, già signora Pina Fantozzi, che si presenta qui come vedova un po’ su con gli anni che cerca di resistere, ma non poi così tanto, alle avances di un giovanottone siciliano, Dario Bandiera, che cerca poco romanticamente di concupirla: «Fimminazza!».

La realtà è che Bandiera, finto e astemio sommelier, pensa che Milena Vukotich sia, in incognito, il giurato in una gara dove verrà scelto chef e catering per un imminente G7. Pensa così di ottenere il suo voto facendole perdere la testa. E un po’ la signora ci casca.
È l’episodio che mi ha divertito di più di questo Natale da chef, che Neri Parenti firma con una bella verve come suo primo cinepanettone «apocrifo» con Massimo Boldi, che è proprio un genere, spin-off della saga dei cinepanettoni doc prodotti dalla Filmauro.

E con Massimo Boldi&co, cioè Biagio Izzo-Enzo Salvi-Paolo Conticini-Dario Bandiera si torna al fortunato modello comico nella versione più classica, mentre il fuggiasco Christian De Sica è alle prese non solo con il suo Poveri ma ricchissimi, ma anche col «caso» Fausto Brizzi, e mentre Aurelio De Laurentiis lancia il suo film di montaggio dei cinepanettoni passati con Paolino Ruffini regista, sorta di blobbone stracultissimo che punta molto sulla coppia Boldi-De Sica.

Insomma, con tre film in uscita praticamente identici, o comunque dello stessa impasto comico, tre film che usciranno lo stesso giorno cioè domani 14 dicembre, non sarà un Natale facile per nessuno. Detto questo, per Neri Parenti e Massimo Boldi è un bel risultato e un bel ritorno a casa. Intanto perché è un film decisamente superiore a tutti i precedenti cinepanettoni di Boldi post Filmauro, più controllato nella costruzione delle gag e nella distribuzione dei personaggi, scritto con più accortezza, e fa decisamente più ridere.

Parenti tiene ben fermo Massimo Boldi assieme a Biagio Izzo al centro della storia, lo chef incapace e il suo socio che non sente più i gusti, mentre riesce a far muovere le altre storie, come fossero episodi singoli, attorno a loro.
Non tutto funziona, certo, come sempre in questo tipo di film, ma la parte pochadistica, diciamo alla Mariano Laurenti, con la scambio di coppie, è ben risolta, con Dario Bandiera che ha passato la notte con Francesca Chillemi ma pensa di averlo fatto con la Vukotic, le cose più trash, come Boldi che cerca di mungere latte dalle palle di una capra, fanno anche più ridere, le quote comiche regionali, napoletane con Izzo e Barbara Foria, pugliesi con Fabrizio Buompastore e Paolo De Vita sono rispettate e circola comunque un’allegria da cinepanettone libero, senza tanti vincoli produttivi che è piuttosto contagiosa.