La legge di stabilità è alle battute finali e il governo potrebbe porre la fiducia, così come è avvenuto in Senato. L’arrivo del testo alla Camera è slittato a questa mattina, visto che ieri la Commissione Bilancio non è riuscita ad approntarlo in tempo. Il nucleo del sostegno alle imprese e al lavoro, quello più atteso per rilanciare la cosiddetta «ripresa» (o perlomeno per aiutarla), lascia ancora molto insoddisfatti sia gli industriali che i sindacati, anche sei ieri il premier Enrico Letta, incontrando in mattinata Cgil, Cisl e Uil, ha tentato di ottenere un ok di massima per abbassare la temperatura del conflitto: oggi, come si sa, sono attese a Roma diverse manifestazioni anti-governo, dai movimenti di destra neofascista, a quelli degli immigrati e per la casa, fino ai forconi.

La bocciatura più sonora è arrivata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ieri si è anche pronunciato sui forconi, affermando di comprendere le ragioni del disagio sociale, ma condannando allo stesso tempo le violenze. Sulla legge di stabilità, il leader degli industriali ha spiegato di «non essere ottimista», ricordando che su fronte del cuneo fiscale «avevamo chiesto molto, molto, molto di più».

Poi l’aggiunta sui forconi: i movimenti di questi giorni, ha detto Squinzi, «sono anche ampiamente giustificati perché negli ultimi tempi non ci siamo molto concentrati a dare le cose necessarie per ritrovare la crescita». Parole che erano apparse come un’apertura, corrette quindi in serata con un comunicato: «In nessun caso le conseguenze della crisi devono sfociare in azioni di protesta violenta che vanno condannate fermamente – spiega il leader di Confindustria nella sua nota di precisazione – Bloccare il paese e il lavoro non serve a risolvere i problemi».

Allo stesso modo si è detta insoddisfatta la segretaria Cgil Susanna Camusso: «A Letta ho risottolineato la necessita che ci sia una riduzione sensibile delle tasse sui lavoratori, pensionati e imprese – ha detto uscendo dall’incontro di Palazzo Chigi – C’è un impegno del governo a costituire questo fondo, anche se mi pare molto incerto che si tratti di un fondo significativo e consistente». Il fondo a cui si riferisce Camusso, è quello per il cuneo, in cui dovrebbero confluire i soldi risparmiati con i tagli della spending review e quelli recuperati con la lotta all’evasione: dei titoli finora, senza una precisa quantificazione né date di “riempimento” e alimentazione definite con precisione da qualche parte. Da qui i dubbi della Cgil.

Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha apprezzato l’intento dell’incontro, ma allo stesso modo ha detto che i sindacati non si fermeranno (anche se per ora, fatta ovviamente salva la pausa natalizia, non ci sono proteste in calendario): «La riunione è andata bene – spiega anche lui uscendo dall’incontro con Letta – Mi sembra che dal governo c’è stata buona volontà sugli esodati, sugli ammortizzatori sociali che loro giudicano importanti e sui tagli per rimpolpare il fondo tasse: alcuni segnali ci sono. Certo, non è tutto quello che meriterebbe la realtà italiana e che ci aspettiamo ma la battaglia continua, continua, continua».

Quanto al testo della legge, la scadenza del pagamento della cosiddetta «mini-Imu» è stato prorogato di una settimana, slittando dal 16 al 24 gennaio. Ma ovviamente l’allarme resta del tutto aperto, con il presidente dell’Anci Piero Fassino che torna a denunciare la mancanza di 1,5 miliardi di euro, lacuna che mette a rischio le finanze di tanti comuni: «Il gettito della nuova service tax – spiega Fassino – non assicura ai Comuni parità di risorse rispetto al 2013, comporta di fatto una riduzione di circa un miliardo e mezzo rispetto a ciò che le amministrazioni avrebbero introitato con l’attuale regime dell’Imu. Vi è dunque il fondatissimo rischio che, non trovando compensazione adeguata le detrazioni che erano previste nel regime precedente, molte categorie che prima non pagavano il tributo sulla prima casa si trovino costrette a pagarlo».

Confermata la sanatoria per le spiagge: i concessionari degli stabilimenti di balneazione che hanno un contenzioso aperto con il fisco, potranno chiuderlo pagando solo il 30% della somma dovuta. «Condono di sapore berlusconiano», denuncia Angelo Bonelli dei Verdi.

Ok anche alla sanatoria delle cartelle fiscali: si pagheranno, ma senza gli interessi maturati.

L’attuale platea degli esodati viene ampliata di ulteriori 17 mila unità, mentre il segretario del Pd Matteo Renzi è tornato a chiedere l’eliminazione della «Google tax», ovvero la norma per cui le aziende estere che operano su Internet debbano pagare il fisco anche in Italia.