Economia

Il crollo di Finmeccanica e Telecom

Borsa giù Listini in difficoltà per i due colossi. Il gruppo guidato da Pansa continua nella strategia di cessione del settore civile

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 9 novembre 2013

Scivolano Finmeccanica e Telecom a piazza Affari, con la prima che perde il 6% e la seconda il 5,5%. Ma dietro le perdite, all’indomani dei conti del terzo trimestre e nel caso di Telecom della presentazione del piano industriale 2014-16, ci sono problemi ben diversi. Non certo riassumibili con l’enfatica dichiarazione dell’ad Alessandro Pansa di Finmeccanica («Il nostro problema ha un nome, quello di Ansaldo Breda»), né con le convulsioni societarie del gigante delle tlc.
L’attacco di Pansa all’unica azienda ferroviaria italiana è l’ennesima riprova che i vertici di Finmeccanica non vogliono più avere a che fare con il settore civile della holding, di cui il Tesoro possiede circa il 33%. La dichiarata strategia di concentrarsi sulle attività militari – aeronautica ed elicotteri, spazio ed elettronica per la difesa – che rappresentano circa l’87% del business del gruppo, rende riduttivo imputare il rosso dei conti nei primi 9 mesi del 2013 (136 milioni, di cui 73 nell’ultimo trimestre) alle peraltro certificate difficoltà di Ansaldo Breda.
Le difficoltà di Finmeccanica, che comunque chiuderà l’anno con un utile netto positivo grazie alla vendita di Ansaldo Energia al Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti, sono legate a un consolidamento patrimoniale ritenuto insufficiente dai mercati, per una holding che conta 40 mila addetti e che ha un indebitamento netto di 3,3 miliardi di euro. A riprova, da Pistoia, Paolo Mattii (Fiom), osserva: «Non è certo svendendo Ansaldo Breda che si risolvono i problemi di Finmeccanica, piuttosto andrebbe rilanciata».
Anche le due ultime grane, cioè lo slittamento degli incassi dall’India per la commessa finita sotto inchiesta degli elicotteri Agusta Westland, e il sempre più strano contenzioso sulla commessa dei treni ad alta velocità V250-Fyra di Ansaldo Breda con le ferrovie di Belgio e Olanda, possono essere viste come residuali. Ieri poi Pansa ha espresso la volontà di acquisire Avio Space.
Se Finmeccanica dopo Ansaldo Energia vuol cedere sia Ansaldo Breda che il gioiellino Ansaldo Sts (segnalamento ferroviario, ieri + 5,4% a piazza Affari), c’è da capire chi comprerà. Le ultime notizie ufficiali del governo, che risalgono alla metà del mese scorso, sono un po’ diverse: «Questo tipo di aziende che producono materiale rotabile – spiegò il ministro Zanonato – Ansaldo Breda ma anche Ansaldo Sts, le vogliamo tenere nel paese con un management italiano e a maggioranza italiana. No cerchiamo acquirenti ma alleati». Dietro le quinte, sembra esserci la graduale creazione di una holding, con le tre Ansaldo e forse Fincantieri, sul modello della francese Alstom.
Quanto a Telecom, la chiave di lettura prevalente per la caduta del titolo in borsa non sembra tanto essere legata ai conti (positivi nel terzo trimestre per 505 milioni, negativi nei primi nove mesi dell’anno per 902 milioni ma con le svalutazioni) e neppure a un piano industriale che dà il via libera alla vendita della partecipazione in Telecom Argentina e delle torri di tlc, ma con investimenti per 9 miliardi (14,4 miliardi con il Brasile), di cui 3,4 miliardi in reti innovative. La verità arriva dallo stesso ad Marco Capuano, che alle osservazioni sull’offerta non troppo allettante di un miliardo di dollari (750 milioni di euro) per il 22,7% di Telecom Argentina, risponde così: «E’ l’unica arrivata». Però Fitch subito osserva che il piano «non andrà a ridurre significativamente l’indebitamento netto del gruppo». Che è calato di 1,26 miliardi negli ultimi dodici mesi. Ma resta di 28,3 miliardi di euro.

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