Il virus «è un trucco» per schedare tutti e imporre un nuovo ordine sociale, le mascherine vanno buttate, i vaccini «sono pericolosi», bisogna tornare alla «lira italica», gli «italiani hanno diritto ad un governo votato dal popolo», e va «fermata la dittatura della sanità». I gilet arancioni sono tornati in piazza, dopo le manifestazioni del 2019 quando chiedevano aiuti per l’epidemia da Xylella con l’effige del movimento dei Forconi. A Milano soprattutto, dove hanno fatto ressa senza mascherine e inneggiando alla «libertà», ma anche in altre città d’Italia, da Trento a Palermo, da Bologna, Torino, Firenze fino a Napoli. E nella Capitale, dove si sono riuniti con l’estrema destra di Casapound per una «marcia su Roma» cui hanno partecipato neofascisti provenienti da tutta Italia, malgrado i divieti di spostamento.

In circa 200 hanno protestato in Piazza Venezia per protestare contro la mancanza di sussidi per tutti e tentando di raggiungere Montecitorio. Sono stati però fermati dalla polizia in assetto antisommossa. Molte persone sono state identificate, denunciate e potrebbero essere multate per violazione delle norme anti Covid, non solo a Roma. A chiedere di sanzionare i manifestanti è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che in un tweet ha definito la manifestazione milanese «un atto di irresponsabilità in una città che così faticosamente sta cercando di uscire dalla difficile situazione in cui si trova».

Ma per i manifestanti l’emergenza sanitaria è un’invenzione, come urlava ieri in piazza Duomo l’ex generale dei Carabinieri in congedo dal 2006, Antonio Pappalardo, distintosi particolarmente solo quando nel dicembre 2017 si presentò al Quirinale per notificare «un verbale d’arresto a carico di Mattarella per il delitto di usurpazione di potere politico». Naturalmente venne denunciato per vilipendio al presidente della Repubblica e nel settembre scorso è stato rinviato a giudizio.

Mescolano complottismo e razzismo, populismo, sovranismo e protezionismo, sono il sale della terra per i leghisti e per gli opinionisti alla Diego Fusaro (che qualche giorno fa ha avuto il coraggio di twittare: «”I can’t breathe”. Le parole di George Floyd siano anche il grido contro la mascherina obbligatoria sempre e comunque»).

Da loro ha preso le distanze il disciolto movimento delle Sardine che su Twitter ha definito la protesta «irresponsabile e criminosa». E anche il M5S milanese ha osato: «Se da domani aumenteranno i contagi chi sarà il responsabile?».