Il messaggio antigovernativo di Trump, che continua a incoraggiare gli americani a «liberare» alcuni Stati governati dai Democratici e in lockdown, ha portato a una serie di proteste, anche se non molto partecipate, di cittadini che chiedono la fine delle misure di sicurezza.

In Texas, come in Ohio, Michigan e Minnesota, alcuni cittadini sono scesi in piazza con bandiere, cappellini e magliette di Trump, oltre che con bandiere confederate e in Michigan si sono viste anche un paio di svastiche.

Le televisioni hanno mostrato persone che scandivano «Lavoriamo! Lavoriamo!», ma anche «Licenziare Fauci!», l’Anthony principale esperto nazionale di malattie infettive, al quale vengono preferite le teorie cospirative sul coronavirus che girano in rete.

Alex Jones, il fondatore del sito web di estrema destra Infowars, era in piazza in Texas a San Antonio, senza mascherina e stringendo mani a tutti e durante un comizio improvvisato davanti a un paio di centinaia di persone ha descritto la diffusione del virus come un «attacco bio-armi globalista Chi-Comm», in riferimento al Partito comunista cinese: «L’America sa che è una bufala», ha detto Jones della pandemia.

Rivolgendosi con veemenza alla sua base, Trump sta tornando a un approccio che è stato la chiave del successo della sua campagna di quattro anni fa: fomentare la rabbia degli elettori nei confronti dell’establishment, in questo caso rappresentato da tutti coloro che non sono d’accordo a riaprire gli Usa al business as usual.

Tuttavia governatori, democratici e repubblicani, continuano a sostenere che le dichiarazioni dell’amministrazione Trump, secondo cui l’offerta di test è adeguata per muoversi verso la riapertura del Paese, non sono realistiche. I governatori ripetono che la carenza di test è tra gli ostacoli più significativi per eliminare le restrizioni nei loro Stati.

«Stiamo combattendo una guerra biologica – ha detto il governatore dem della Virginia Ralph Northam – Ci è stato chiesto come governatori di combattere questa guerra ma senza i rifornimenti di cui abbiamo bisogno».

Nel Michigan la governatrice dem Gretchen Whitmer, ha affermato che lo Stato potrebbe eseguire «il doppio o il triplo di test che sta facendo ora ma non abbiamo i tamponi e i reagenti».

Larry Hogan, governatore repubblicano del Maryland, si unito al coro: «Non è esatto dire che ci sono molti test là fuori e che i governatori dovrebbero semplicemente trovarli e usarli». Trump ha infatti dichiarato che i test sono a disposizione ma alcuni governatori «non sanno dove siano».

Il presidente si è infine deciso a usare il Defence Production Act per costringere le strutture private statunitensi a incrementare la produzione di tamponi di oltre 20 milioni al mese. «Avrete così tanti tamponi che non saprete cosa farne», ha dichiarato Trump.

L’affermazione è stata sufficiente per i funzionari di vari Stati repubblicani, che hanno affermato di aver avviato piani per la riapertura delle loro economie e di lavorare di concerto con gli Stati vicini per determinare quando revocare le restrizioni.

Nella Carolina del Sud, il governatore Henry McMaster ha dettto di aver parlato con i governatori di Florida e Tennessee: «Ho detto loro che la Carolina del Sud è pronta».

Nel nord est, invece, Andrew Cuomo di New York e Philip Murphy del New Jersey, hanno continuato a ripetere, come fanno da settimane, che i test devono essere aumentati considerevolmente prima di andare avanti e perché accada hanno bisogno dell’aiuto federale. Le parole non bastano per riaprire, servirebbero dei fatti.