L’urbanizzazione sembra essere diventata la strategia principale del governo per promuovere lo sviluppo economico. Stando alle dichiarazioni ufficiali, si ha quasi l’impressione che sia possibile raggiungere qualsiasi obiettivo economico – migliorare lo stipendio dei cittadini, stimolare il consumo interno, ridurre gli investimenti, assorbire gli eccessi di produzione – grazie all’urbanizzazione. Ritengo invece che non si debbano avere così tante aspettative nei confronti dell’urbanizzazione. Non rappresenta affatto una soluzione per uscire dalla trappola del reddito medio, ma, al contrario, c’è il rischio che possa innescare l’ennesima corsa folle agli investimenti da parte dei governi locali.

Per prima cosa bisognerebbe interrogarsi su cosa sia effettivamente l’urbanizzazione: rappresenta un fine o un mezzo? Da quanto mi risulta, nella maggior parte dei paesi sviluppati, l’urbanizzazione è un risultato dell’industrializzazione e della libertà di movimento della popolazione. Dato che il governo cinese non ha ancora fornito una definizione precisa della sua visione di urbanizzazione, attualmente non si può discutere di questo concetto in maniera ben definita. Ciononostante, sta prendendo forma un’idea abbastanza condivisa secondo cui quando si parla di urbanizzazione della Cina non ci si riferisce allo sviluppo di megalopoli, ma ad un sforzo per promuovere lo sviluppo generale di città di grandi, medie e piccole dimensioni. Il motivo per cui molte persone temono la costruzione di megalopoli è legato a tutta una serie di problemi che caratterizzano le città cinesi – come il traffico, l’inquinamento ambientale, le lunghe liste d’attesa per prenotare una visita dal medico o per iscriversi a scuola, così come l’alto tasso di criminalità. Oltre a questi problemi, alcune riserve verso le megalopoli sono dovute al timore che anche in Cina possano crearsi gli enormi slum che caratterizzano alcune grandi città dell’America Latina e del Sudest Asiatico, che rovinano il paesaggio delle città e sono associati agli alti tassi di delinquenza.

È necessario però chiarire un punto: i problemi che le città devono affrontare sono causati dalla loro eccessiva dimensione o dipendono da altri fattori, come ad esempio il modello di crescita e il tipo di gestione? A mio parere questi problemi hanno più a che fare con queste seconde cause. Ad esempio, città altrettanto grandi – come Tokyo, Seul, New York, Londra – non hanno gli stessi gravi problemi di traffico e d’inquinamento che è possibile riscontrare a Pechino e Shanghai. Il traffico di molte città cinesi è dovuto per gran parte a trasporti pubblici poco sviluppati, al costo relativamente basso delle macchine private, a una progettazione delle strade ancora carente. L’inquinamento è invece connesso a problemi che riguardano i bassi standard ambientali, la loro parziale attuazione e una non completa mercatizzazione dei costi ambientali e delle risorse. Si dice che il tipo di urbanizzazione che la Cina vuole promuovere sia finalizzato a mettere al centro le persone, uno dei suoi punti cardine è rendere equi i servizi pubblici. Il problema è che in qualunque paese le risorse pubbliche di alta qualità – ad esempio le cure mediche e l’istruzione – sono un bene raro. Perciò tendono inevitabilmente a concentrarsi e questo è uno dei motivi per cui, se si lascia poi libero corso alle forze di mercato, anche la popolazione tende a concentrarsi dove quelle risorse sono migliori, formando così grandi megalopoli. (…) La questione che maggiormente preoccupa le persone più lungimiranti è che in futuro l’urbanizzazione possa nuovamente trasformarsi in una corsa agli investimenti su larga scala da parte dei governi locali, generando uno spreco di risorse ed una diffusa rent seeking quel fenomeno che si verifica quando un individuo, un’organizzazione o un’impresa cerca di ottenere un guadagno mediante l’acquisizione di una rendita economica attraverso la manipolazione o lo sfruttamento dell’ambiente economico; n.d.t.. Se non cambia il sistema di valutazione dei risultati ottenuti dai funzionari dei governi locali e non si modifica il meccanismo attuale che regola la spesa pubblica a livello locale, i funzionari saranno incentivati a considerare l’urbanizzazione come un’opportunità e saranno stimolati a finanziare la spesa pubblica con le entrate derivanti dalla concessione del diritto d’uso della terra, promuovendo uno sviluppo delle città su larga scala. Un’urbanizzazione (chengshihua) generalizzata unita ad una popolazione che continua a concentrarsi in pochi centri urbani, a causa dei meccanismi dovuti alla mercatizzazione, possono dar vita a molte più città fantasma.

*economista (carattericinesi.china-files.com)