Per le istituzioni e la politica è il momento del dolore, delle lacrime, delle promesse di individuare i responsabili, ma anche delle polemiche, delle accuse più o meno circostanziate e delle recriminazioni. «Bisogna fare piena luce su questa inammissibile tragedia: occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze», ha chiesto immediatamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella stringendosi in un abbraccio di «vicinanza e solidarietà» ai familiari delle vittime e ai feriti.

Pronta anche la reazione del governo, con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio che si è precipitato sul luogo della tragedia «per coordinare la macchina dei soccorsi», insieme ai due ispettori del dicastero che egli stesso ha inviato per «le opportune verifiche» riguardo l’impatto tra i due treni della Ferrotranviaria, la società che gestisce la tratta delle Ferrovie del Nord Barese. Lo stesso Matteo Renzi, che in mattinata aveva interrotto una visita in corso al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano per rientrare subito a Roma, ieri sera si è recato nei pressi di Corato, dove la protezione civile e il personale sanitario era ancora al lavoro, per poi raggiungere in elicottero la prefettura di Bari.

Nessun commento, da parte del presidente del consiglio, solo un tweet lanciato qualche ora prima: «Lacrime e dolore per le vittime e le loro famiglie. Ma anche tanta rabbia. Pretendiamo chiarezza su ciò che è avvenuto in Puglia». E la promessa che il governo non si fermerà fino a quando non saranno individuati i responsabili.

«Faremo una commissione d’indagine», ha assicurato il ministro Delrio. Che questa mattina, mentre saranno ancora in corso le operazioni di riconoscimento delle salme (interrotte ieri sera), riferirà prima alla Camera, alle 13, e poi al Senato, alle 18,30, i particolari fin qui appurati di quello che ormai appare come uno dei più gravi disastri ferroviari italiani dal secondo dopoguerra ad oggi. Ieri sera, in prefettura a Bari, prefetti, forze dell’ordine, protezione civile e funzionari regionali hanno fatto il punto della situazione riferendo i primi accertamenti compiuti a Renzi, Delrio e al governatore Michele Emiliano.

Manifestazioni di cordoglio e solidarietà alle famiglie colpite e all’intera regione Puglia sono giunte da molte regioni italiane e perfino dall’estero, a cominciare dalla Francia e dalla Russia. Ma la tensione in Puglia è visibile e c’è già chi formula accuse precise e punta il dito contro la mala gestione del denaro pubblico, in particolare nel sud. «Il cordoglio non può bastare – attacca il senatore M5S pugliese Lello Ciampollillo della Commissione Trasporti – Se, come ipotizzano già alcuni organi d’informazione ed esperti del Cnr il disastro ferroviario è stato causato da un blocco al “via libera telefonico” saremmo di fronte ad un invito al disastro. Questo è un sistema oramai vetusto e praticamente inutilizzato nel resto d’Italia. Chiediamo una rapida verifica e conferma o meno di questo dettaglio».

D’altronde, la sicurezza di quella tratta di rete ferroviaria, sia pure se appaltata alla gestione di privati, rimane di competenza pubblica, in capo all’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, un organo periferico del ministero delle Infrastrutture. Mentre gli standard di sicurezza delle ferrovie italiane è di competenza dell’Ansf, l’Agenzia nazionale che è un soggetto terzo e indipendente.

Duri i toni dell’ex leader della Cgil Giorgio Cremaschi: «È colpa del mancato investimento sulla sicurezza e del taglio del personale. Chi parla di errore umano è un mascalzone», scrive sul sito on line L’antidiplomatico. «In Svizzera la maggior parte delle linee ferroviarie sono a binario unico, quanti incidenti ci sono? Il sistema dei controlli informatici, la manutenzione continua, i meccanismi di sicurezza e di arresto immediato della circolazione, il rinnovamento del materiale rotabile e delle infrastrutture, i turni umani per il personale, tutto costruisce un sistema di salvaguardia. Ma da noi si parla di errore umano, vergogna!»