Da Silvio Berlusconi, che pure non gli era affatto amico e anzi lo percepiva come un pericoloso avversario, a Romano Prodi, e cioè dall’alfa e l’omega della politica degli anni Novanta, e successivi. Tutta la politica rende onore a Carlo Azeglio Ciampi, il partigiano, il presidente. «Un uomo straordinario perché aveva una fiducia cieca da parte di tutti i grandi leader europei per la sua calma, serenità e conoscenza dei problemi», ricorda il leader e fondatore dell’Ulivo. «Negli anni ’90 c’erano le bombe a Firenze. Tutti gli eventi che in qualche modo attentavano all’unità del Paese. Questo ha spinto Ciampi a fare anche dichiarazioni retoriche che gli erano lontanissime, , a radunarsi intorno alla bandiera, proprio perché sentiva che c’erano delle forze che volevano disgregare l’Italia». Berlusconi rende omaggio al «n servitore dello Stato che ho sempre rispettato anche quando, per le diverse responsabilità istituzionali, ci siamo trovati su posizioni diverse». Di lui, ricorda Berlusconi «l’alto senso delle Istituzioni, il rigore morale, l’appassionata fede europeista». «Non ebbe mai la tentazione dell’antipolitica e, pur non venendo dalla politica, non si ritenne mai un tecnocrate ma sempre un uomo delle istituzioni», ricorda Massimo D’Alema, che racconta che fu proprio Ciampi a suggerire il nome della sua fondazione Italianieuropei. «Gli italiani non dimenticheranno il presidente Ciampi. Continueranno ad apprezzarlo, e a considerarlo un esempio di competenza, di dedizione, di generosità, di passione», dice il presidente della Repubblica Mattarella che con Giorgio Napolitano si è recato alla clinica Casa di Cura Pio XI dove è deceduto il predecessore. Ma tutta la politica di ieri e di oggi fa a gara per riconoscere i meriti: «hombre vertical» per Luciano Violante, «guida» per il ministro Andrea Orlando. Per il presidente del consiglio Renzi Ciampi è stato un presidente capace di «impossessarsi dei simboli: il tricolore, la parola ’Patria’, un patriottismo dolce che anche oggi mostra tutta la sua forza e la sua necessità».

Anche la sinistra, che pure non lo ha amato (né votato alla presidenza della Repubblica) ricorda l’uomo e lo statista pacato ma inflessibile difensore della carta costituzionale. Con toni diversi. Per Nichi Vendola (Sel) era «un grande italiano, non ne dimenticherò mai il garbo istituzionale, la sensibilità umana e la passione civile. Fu custode fedele dei valori della Repubblica e difese sempre la modernità e la bellezza della Costituzione antifascista». Per Paolo Ferrero (Prc), al di là del cordoglio ricorda che «Ciampi con Andreatta, nel 1981, decise la separazione tra la Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro. Quella decisione ha obbligato lo stato italiano ad approvvigionarsi sui mercati, diventando preda della speculazione internazionale. Da quel momento ed a causa di quella decisione, l’Italia ha visto crescere il suo debito pubblico in modo esponenziale. Ciampi ed Andreatta sono i veri padri del debito pubblico italiano, che da decenni viene usato come una clava contro il welfare e i diritti dei lavoratori. Ciampi è all’origine del disastro italiano, non del prestigio dell’Italia».

Parole dure. Ma critiche politiche. A scatenare la polemica è invece un Matteo Salvini in cerca di visibilità. Ciampi è stato, spiega, «uno dei traditori dell’Italia e degli italiani insieme a Napolitano, Prodi e Monti, uno dei complici della svendita dell’Italia ai poteri forti». La frase fa imbufalire le più alte istituzioni. Il presidente del Senato Grasso va su tutte le furie: «Strumentalizzare la morte di Ciampi è da sciacalli». Il capogruppo del Pd al Senato Zanda preannuncia una visita in procura per presentare un esposto contro Salvini.

Mezzi di bassa lega, viene da dire, per un leader in caduta dibera di consensi impegnato in questi giorni con la celebrazione del ventennale della nasciata della sua forza politica.
Intanto lunedì sarà lutto nazionale. Lo ha deciso il premier Renzi, in concomitanza con i funerali che si terranno lunedì. Bandiere italiane ed europee mezz’asta su tutti gli edifici pubblici. Bandiere italiane ed europee. Per il senatore, presidente emerito della Repubblica, sono aperte da oggi le porte di palazzo Madama dove alle 16 verrà allestita, nella sala Nassirya, la camera ardente. E dove si recherà anche Renzi rientrando da una manifestazione che si tiene a Firenze. Anche Livorno, città natale del presidente emerito, ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di lunedì.

Le esequie saranno celebrate nella parrocchia di San Saturnino Martire, frequentata dall’ex Capo dello Stato e distante poche centinaia di metri dalla casa di Ciampi.