Secondo i parametri della scienza, la Bologna Children’s Book Fair (che si terrà da domani al 29 marzo), avendo raggiunto il traguardo dei 55 anni sarebbe entrata di fatto nella «terza età». Ma la sua verve contagiosa smentisce qualsiasi studio prodotto in laboratorio, riconsegnando un’immagine di sé che appartiene a un’eterna fanciullezza. D’altronde, i dati parlano chiaro: i migliori «lettori», qui da noi, sono proprio quelli che non lo sanno fare: i bambini della fascia che va dai due ai cinque anni si attestano su un inarrivabile 63,3%: sono loro quelli che ascoltano, colorano, sfogliano libri e albi illustrati tutti i giorni, al di fuori dell’orario scolastico. Nel 2017 si sono pubblicati quasi 7500 libri per i giovanissimi, con un incremento dell’acquisizione dei diritti dall’estero e viceversa. Insomma, il settore, con qualche accorgimento ed evitando di perdere per strada i segnali lanciati da quei «pre-lettori» in erba, potrebbe trainare l’editoria tutta.

L’EDIZIONE DEL 2018, però, punta lo sguardo lontano: è la Cina, infatti, il paese ospite che sbarcherà nella città emiliana con i suoi 100 espositori e oltre 3000 titoli, mentre editoria italiana e internazionale propongono circa 1300 professionisti del settore, provenienti da oltre 75 paesi del mondo, nei cui stand si possono annusare le novità della letteratura per l’infanzia e i ragazzi.
Difficile orientarsi nel mare magnum delle proposte, ma il tentativo è quello di muoversi alla scoperta di personaggi antichi e moderni.
La prima che si incontra è allora una ragazzina del XIX secolo, le cui peripezie sono descritte da Chiara Carminati in un libro uscito per Mondadori (Le avventure di Augusta Snorifass, che l’autrice presenterà insieme all’illustratrice Clementina Mingozzi allo spazio Zoo di Bologna il 28, alle ore 18). «Mi trovavo in Danimarca, nel Castello di Egeskov, vicino alla città di Odense dove è nato e ha vissuto la sua infanzia Hans Christian Andersen – spiega la scrittrice – E lì, a osservarmi da una bacheca, accanto ai suoi quarantaquattro vestiti, c’era Augusta Snorifass: una bambolina di carta, ritagliata dalle lunghe e abili mani dello stesso Andersen che l’aveva donata a una bambina, figlia di amici». La speciale paper doll si risveglia alla vita per fare amicizia con i personaggi delle fiabe danesi, perché «simbolicamente, la carta di cui è fatta Augusta diventa così quella stessa su cui si scrivono le storie».

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NONOSTANTE HARRY POTTER sia la star assoluta che aleggia fra gli stand in fiera, con i suoi vent’anni di successi iniziati con la pubblicazione nel 1998 di Harry Potter e la pietra filosofale per Salani – 12 milioni le copie vendute in Italia di tutta la saga – anche il gelido nord può considerarsi un grande protagonista di Children’s Book Fair. A cominciare dalla famiglia dei Mumin, quella comunità di troll col corpo da ippopotamo bianco in miniatura, nati dalla fantasia della scrittrice finlandese Jove Jansson nel 1945 e che nel nostro paese abbiamo conosciuto in strisce su Linus (i Mumin sono riportati tra gli scaffali da Iperborea).
Torna pure la svedese Astrid Lindgren con Il libro di Bullerby, che insegue la vita quotidiana scandita da feste e giochi stagionali di sei bambini. Vivono in un paesino con tre cascine, avvolti dalle atmosfere vintage di un’epoca che emana il profumo dei biscotti allo zenzero. Dalla Norvegia invece giunge Olla, audace ragazzina di dieci anni immaginata dalla sceneggiatrice e burattinaia Ingunn Thon (Feltrinelli Kids) che, come recita il titolo del romanzo, «scappa di casa». Non è contenta della sua famigliastra – madre, nuovo compagno e altrettanto nuovo di zecca fratellino – e così fugge alla ricerca del padre in un viaggio di iniziazione dove dovrà confrontarsi con le sue paure.

VENTO, NEVE E TEMPERATURE sotto zero sono anche quelle che fanno da cornice alla bellissima fiaba di Natale Van’ka di Anton Cechov (edita da Orecchio Acerbo, con le illustrazioni di Fabian Negrin e la traduzione di Paolo Nori). Van’ka ha nove anni, è orfano, lavora a bottega dal calzolaio Aljachin per imparare il mestiere. Ma la notte di Natale non dorme: tira fuori la sua boccetta di inchiostro e scrive al nonno per raccontargli tutta la sua tristezza e i maltrattamenti cui è sottoposto. «Fratello» russo di un personaggio dickensiano, Van’ka crollerà in un sonno profondo, sognando il fuoco placido della stufa del nonno.
A volte, la bufera invernale sferza le Alpi e una coltre di neve ricopre i boschi che le circondano. È qui che Mario Rigoni Stern ambienta le sue diciannove storie de Il libro degli animali, scritte nel 1990 e riproposte in una nuova edizione da Einaudi Ragazzi. Sono brevi racconti in cui la relazione tra uomo e altri abitanti delle montagne si fa stretta, dove si incrociano i destini di soldati in guerra e cerbiatti spaventati o feriti, ghiri senza più la loro casa tra gli alberi, merli innamorati.
Proprio nella natura fitta e non addomesticata di un’isola si troverà a girovagare e a tentar di sopravvivere anche Roz, la dolce protagonista de Il robot selvatico, inventata dallo scrittore inglese Peter Brown (Salani), che qualcuno ha già definito «una futuristica Robinson Crusoe». Roz ce la farà: imparerà la lingua degli animali della foresta, farà amicizia con una piccola oca, ma – come l’indimenticabile E.T – dovrà tornare dai suoi creatori.

Dall’isola dove ha fatto naufragio la nave che portava Roz ai flutti marini infestati di bucanieri, il passo è breve. Ma la novità è che questa volta, a bordo della Black Shadow che solca gli oceani nel ’700, c’è una ragazza. È Mary Read, la celebre fanciulla che diverrà una pirata col nome di Willy, andrà all’arrembaggio come gli altri compagni di viaggio e, al momento opportuno, rifiuterà di trasformarsi in una negriera. Morirà divorata dalle febbri nel 1721, o forse di parto, in un’umida prigione giamaicana, a soli 31 anni. A narrare la sua biografia mozzafiato, per Gallucci, è l’autore francese Alain Surget che da anni delizia i lettori più piccoli con i suoi filibustieri sguinzagliati fra le onde.
Meno drammatica è, invece, la figura della pirata Daniela che veleggia a bordo del Caimano nero, arrivata in libreria grazie a Susanne Isern & Gomez per Nubeocho (casa editrice spagnola che pubblica pure in italiano): lei supererà tutte le prove per diventare una provetta corsara, non indietreggiando neanche davanti alla fossa dei coccodrilli.
Fra i personaggi speciali e le famiglie eccentriche si inseriscono anche i circensi messi in scena da Gilberto per Corraini ne Il circo del nano e della donna barbuta: sotto il  tendone a strisce si daranno il cambio i loro undici figli, prototipi della diversità da coltivare come vera risorsa di libertà.

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UNA STORIA DI RIBELLIONE e mondo alla rovescia è poi quella scritta nel 1971 – l’unica per bambini – da Marguerite Duras, in traduzione italiana per la prima volta con Rizzoli. È un albo prezioso che riporta  le pagine manoscritte dell’autore, alcune lettere e la testimonianza dell’editore François Ruy Vidal. Si può così entrare di soppiatto nella genesi di quel racconto-parabola che è Ah! Ernesto (illustrazioni di Katy Couprie, trad. Cinzia Bigliosi). Ragazzino impertinente che si rifiuta di andare a scuola perché insegnano solo cose che già sa, Ernesto – il nome è un omaggio a Che Guevara – è un contestatore irriverente che con i suoi «no» si difende dalle regole degli adulti. Una storia la sua, che è una feroce messa in discussione del sistema educativo francese, frutto delle lotte del ’68.
Dedicato al mondo scolastico è pure il libro dello scrittore cinese Cao Wenxuan, che incontrerà il pubblico a Bologna. La scuola dal tetto di paglia (Giunti), è un romanzo polifonico che ruota intorno a una comunità rurale di ragazzini degli anni 60, con al centro Sang Sang, affrontando i temi universali che attraversano l’esistenza di ogni adolescente.