Il conto alla rovescia scadrà il primo novembre. Ma già ora tutto lascia pensare che della vertenza si occuperà la magistratura. Perché c’è davvero qualcosa di kafkiano nel possibile destino dei 650 addetti di Snaitech, azienda florida nel settore peraltro sensibile del gioco, con sedi a Roma, Milano, e Porcari in lucchesia. Lavoratori costretti però a cambiare contratto di lavoro, nelle pieghe del passaggio di Snaitech alla multinazionale Playtech. Un cambio di contratto, con il passaggio da quello metalmeccanico a quello meno tutelato del terziario (commercio), fortemente voluto dal management uscente, per abbattere il costo del lavoro. Ma sul punto la Fiom è da mesi sulle barricate.
“Già a luglio – riepiloga Massimo Braccini, che guida i metalmeccanici toscani della Cgil ed è coordinatore nazionale Fiom di Snaitech – abbiamo mandato una diffida all’azienda, per contestare la decisione unilaterale di disapplicare il contratto nazionale dei metalmeccanici. Le norme, e il diritto, sono dalla nostra parte. Come minimo fino alla scadenza naturale del contratto, nel novembre 2019. Nessuno può disapplicarlo, e imporne un altro che è più conveniente solo per l’azienda”.
Dietro la facciata del cambio di contratto si nasconde, per la Fiom, anche molto altro: “Qui non sappiamo nemmeno quale sarà la prospettiva dell’azienda dopo la vendita a Playtech. Non esiste piano industriale, il baricentro è già stato spostato a Londra, e ci sono concreti rischi di indebolimenti produttivi dei siti di Roma, Porcari e Milano, con la conseguente messa in discussione dei livelli occupazionali. Questa anomala trattativa è solo funzionale all’azienda. Gli è utile per non parlare della vendita, e per definire un’organizzazione diversa che gli permetterà di trarre più profitti a scapito dei lavoratori. Noi ci stiamo battendo per non permetterlo, e andremo avanti con un’azione legale. Siamo ancora in un paese di diritto, o no?”.
Per aggirare l’ostacolo, Snaitech ha incontrato i sindacati del commercio di Cisl e Uil – ma non la Filcams Cgil – per ottenere il loro via libera. Con un altro strappo alle relazioni sindacali, visto che non c’erano le Rsu. “Eppure le decisioni su materie di competenza delle Rsu, come la contrattazione aziendale, sono assunte dalle stesse Rsu a maggioranza, come prevede il testo unico sulla rappresentanza – puntualizza Braccini – e agli incontri le due Rsu elette di Roma e Porcari non sono andate, perché l’azienda ha posto subito la pregiudiziale del nuovo contratto prima di iniziare la trattativa. Ma i sindacati del commercio non possono firmare accordi per il settore metalmeccanico”.
Oggi a Firenze è stato convocato dall’azienda un nuovo incontro-assemblea con i lavoratori di Porcari, che nei piani di Snaitech dovrebbero votare il gradimento al nuovo contratto. “Anche questa volta però non ci sarà la Rsu – sottolinea Braccini – e intanto abbiamo avviato le procedure per il rinnovo della stessa Rsu. Metalmeccanica, sia chiaro”.