Continua il graduale aumento dei casi positivi giornalieri: 1.616 nuovi casi è il bollettino di ieri, a cui devono aggiungersi altri dieci decessi. I tamponi effettuati sono stati quasi centomila. Salgono i pazienti ricoverati – ora sono oltre duemila – con 175 pazienti in rianimazione, undici più del giorno prima.

Anche la cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute lancia l’allarme nel rapporto settimanale: l’indice di trasmissione Rt è salito sopra quota 1, la soglia al di sopra della quale il contagio si espande in modo esponenziale. Per ora è solo a 1,14 a livello nazionale, a causa di sei aree a rischio: si tratta di Abruzzo, Liguria, Friuli, Sardegna e Puglia, più la provincia di Trento in cui l’indice raggiunge il valore massimo di 1,58. Niente panico, ma significa che il contagio ha cambiato ulteriormente marcia.

Il «lento e progressivo peggioramento dell’epidemia di Sars-Cov-2 – scrivono gli epidemiologi – sta comportando anche una trasmissione locale dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia, che si riflette anche in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri». Dunque, l’aumento dei casi non riguarda più solo i giovani in gran parte asintomatici che hanno caratterizzato la fase dei rientri di ferragosto: «nelle ultime due settimane l’età mediana dei casi diagnosticati sta di nuovo aumentando ed è di circa 35 anni» rispetto ai 30 di due settimane fa, si legge nel documento.

«Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso inferiore rispetto a quello di altri paesi europei, ma con un aumento da sei settimane consecutive», prosegue il rapporto, che consiglia alle regioni di non abbassare la guardia dal punto di vista della capacità di circoscrivere tempestivamente i focolai epidemici: «l’aumento delle capacità di offerta diagnostica deve essere accompagnato dal potenziamento dei servizi territoriali per la ricerca dei casi e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari. La riduzione nei tempi tra l’inizio della contagiosità e l’isolamento resta un elemento fondamentale per il controllo della diffusione dell’infezione».

La situazione conferma «la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale» e per la prima volta i tecnici prendono in considerazione la possibilità di reintrodurre provvedimenti restrittivi: «al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni e nelle Province autonome e essere pronti alla attivazione di ulteriori interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento».