L’«eccezione italiana» è immediatamente percepibile nel grafico che pubblichiamo, tratto dalla ricerca Lo strano caso del governo Conte diffusa ieri dall’Istituto Cattaneo. In un confronto con 28 democrazie europee, l’esecutivo giallobruno di casa nostra è quello che più di tutti ha visto crescere l’indice di gradimento tra gli elettori. Arriva così a sfiorare il 60% dei consensi, con una crescita di 8,4 punti percentuali dal momento dell’insediamento (inizio giugno) che non ha uguali in Europa. Si avvicina all’Italia soltanto Malta, dove il governo sta caratterizzandosi per la stessa linea di chiusura all’immigrazione. Anche depurando i dati dalle contingenze politiche più recenti, e quindi prendendo in considerazione per tutti i paesi i primi sei mesi di governo (la fase cosiddetta di «luna di miele»), l’esecutivo italiano spicca per il gradimento degli elettori, risultando secondo solo a quello di Malta. In tutti gli altri casi il trend è opposto e i governi perdono consenso rispetto a quello che i partiti che li sostengono avevano raccolto nelle urne. Con pochissime eccezioni, tra le quali l’unica di un certo rilievo è quella dell’Ungheria di Orban. Ancora un governo sovranista.

La ricerca, curata da Marco Valbruzzi, è stata fatta sulla base dei dati raccolti da pollofpolls.eu, un sito austriaco non profit di recente fondazione che riunisce tutti i sondaggi sulle intenzioni di voto condotti in diversi paesi europei. La ricerca si conclude con un’analisi che spiega il successo «eccezionale» del governo Conte in rapporto alla contemporanea stagnazione dei sondaggi riferiti alle opposizioni, sia di destra che di sinistra. «La crescita dei consensi per il governo Conte è legata soprattutto all’abilità della leadership di Salvini e alla sua strategia di “campagna elettorale permanente” che ha portato a raddoppiare l’elettorato potenziale della Lega nel giro di appena sei mesi. Sul piano esterno, è invece l’alone di precarietà che avvolge le opposizioni – tanto nella leadership quanto nella strategia – a creare una situazione di vantaggio per i partiti della maggioranza».