Il pallone, come l’Italia, si ferma. La decisione arrivata in serata da parte del governo di estendere la zona rossa all’intero Paese sigilla di fatto la disputa sul campionato di Serie A, che chiude i battenti per almeno qualche settimana.

DUNQUE, STOP ALLE PARTITE dopo una giornata in cui la riunione al Coni, presenti i presidenti delle federazioni degli sport di squadra, confermava lo sport italiano autopiazzatosi in quarantena, proteggendosi così dalla furia del Covid-19. Un decisione per la tutela della salute di atleti, tecnici, dirigenti, assieme a un segnale di vicinanza, da lanciare al Paese. Contro il potere dei soldi, della Lega di A, degli interessi particolari, della salvezza dei bilanci, garantiti da ricche sponsorizzazioni e contratti con le tv a pagamento.

La posizione del Coni è stata univoca, anche per quelle federazioni – calcio, ma anche basket e pallavolo – che devono scendere a patti con le leghe e gli accordi sottoscritti con gli sponsor e con le pay per view. «È il momento di fermarsi, di mettere la salute davanti a tutto e tutti, trovando le convergenze necessarie anche per le federazioni che hanno a che fare con leghe e quindi interessi commerciali con sponsor e tv – ha spiegato il presidente della federazione italiana di pallamano, la Figh, Pasquale Loria -, la riunione al Coni è stata importante perché si è concordi anche sulla necessità di tutelare lo sport dilettantistico che è in grande difficoltà, economica e organizzativa».

FEDERAZIONI COMPATTE, quindi, prima che arrivasse la decisione del governo. Il Coni ha saputo costruire un blocco unico con un invito esplicito al governo (poi arrivato a bersaglio) di mettere tutto nero su bianco, tirandosi dentro anche la Figc. Ma il nemico, la Lega di A, è di quelli affamati, senza grossi patemi per il dramma italiano consumato dal Virus: non vogliono saperne di fermarsi. La priorità sono i conti correnti, i soldi di tv a pagamento e sponsor sono acqua fresca per i bilanci in rosso delle società.

La Lega ha anche accettato di correre il rischio dello sciopero degli atleti che l’Assocalciatori ha messo in piedi e poi è svanito nel weekend appena trascorso, aggiungendo ulteriori rischi perché gli atleti temono il contagio per se stessi e le famiglie.

Da Lotito ad Agnelli, l’obiettivo sono le partite a porte chiuse (lo stesso avverrà nel campionato francese fino al 15 aprile), mettendo così in salvo gli incassi per i club, con la motivazione di dover tenere in vita la Serie A anche perché le Coppe europee, Champions ed Europa League non si fermeranno.

SULLA CHAMPIONS, L’ATALANTA stasera gioca a porte chiuse a Valencia negli ottavi di ritorno di finale (andata, 4-1 per i bergamaschi) e così sarà anche per Barcellona-Napoli, Juventus-Lione. Intanto, altri sport hanno dovuto rimandare eventi attesi per la furia del Virus, come il torneo di tennis di Indian Wells, il primo Master 1000 della stagione.

E a questo punto rischiano anche i tornei di Miami e di Montecarlo, mentre è avvenuta a porte chiuse, in Giappone, l’accensione della torcia olimpica. I Giochi di Tokyo sono in programma dal 9 al 24 luglio ma è sul tavolo un eventuale posticipo dell’evento.