Vladimir Zelensky, 41 anni, corporatura minuta, professione comico, è in pole-position, secondo i sondaggi, per diventare il prossimo presidente ucraino nelle elezioni che si terranno il 31 marzo. Dopo le tante accuse dei suoi avversari di essere un «candidato nella manica di Putin» ieri si è presentato alla stampa estera. Un vero e proprio esame di maturità dopo gli incontri riservati con i diplomatici americani (ma anche russi) per soppesare la sua caratura in politica estera. E lui – considerato un po’ un Beppe Grillo ma con lauree in economia e giurisprudenza alle spalle – non ha deluso.

Si è presentato come uomo anti-casta e anti-corruzione che non andrà oltre il primo mandato: «Voglio attirare gli investimenti stranieri e per questo bisogna creare un clima favorevole agli imprenditori» ha esordito. Poi le domande dei giornalisti si sono concentrate sul rapporto con la Russia. «È disposto a trattare per la Crimea e il Donbass?» gli è stato chiesto. «Sono favorevole alle sanzioni e agli aiuti occidentali, ma bisogna trattare con i russi se si vuole arrivare a un risultato. Ma di certo non tratterò sulla integrità nazionale del paese: Crimea e Donbass devono tornare ad essere ucraine» ha risposto lo showman. Si è poi lasciato andare a una nota pacifista che sta nelle corde di molti ucraini: «Non voglio che muoiano più i nostri figli in guerra, torneremo a vivere con i russi in pace prima o poi» ha sentenziato.

Sulla questione dei diritti dei russofoni ha giocato in casa (è nato nell’Ucraina orientale e quindi non spiaccica una parola di ucraino) sostenendo che il passaggio integrale all’ucraino «avverrà con gradualità e non certo per imposizione, ci vorrà almeno una generazione». Musica per i cittadini che vivono nelle «repubbliche autoproclamate» e non voteranno domenica prossima, ma una parte dei quali vedono ancora l’Ucraina come casa propria. Si è anche dichiarato contrario all’oscuramento delle tv russe e al divieto di ingresso nel paese a personaggi sgraditi della cultura o dello spettacolo «filo-russi»: «Sono liberal, ognuno guardi ciò che vuole» ha sintetizzato Zelensky. «Piuttosto penso al progetto di una tv moderna di profilo europeo in lingua russa che racconti agli ucraini nel Donbass che vogliamo vivere con loro e mostrarne i vantaggi» ha aggiunto.

E sull’ingresso nella Ue? E nella Nato? «Personalmente sono favorevole all’ingresso in entrambe le istituzioni ma credo lo dovranno decidere i nostri cittadini con un referendum», ha risposto accorto Zelensky sapendo che esiste una maggioranza certa favorevole, solo all’ingresso nella Ue. Una postura piaciuta al Cremlino e amplificata nei tg e sui giornali russi: non è un segreto che a Mosca si ritiene la sua vittoria un buon viatico per riaprire tutta la partita nella regione. «E se ci saranno brogli ai suoi danni – gli è stato infine chiesto – come reagirà?», «Vedremo, sicuramente non ci sarà un’altra Maidan: il nostro paese è stanco di violenza» ha detto il comico.