Il colosso Merck, quinta società farmaceutica al mondo per fatturato, ha deciso di abbandonare lo sviluppo di due vaccini anti-Covid-19. «La decisione – ha spiegato la società in una nota – deriva dalla valutazione dei risultati degli studi clinici di fase 1 sui vaccini». I volontari su cui sono stati testati i vaccini «hanno sviluppato una risposta immunitaria inferiore a quella derivante da un’infezione naturale e osservata in altri vaccini».

LA MERCK è una delle aziende con più esperienza nello sviluppo dei vaccini. «Negli ultimi 25 anni, sono stati sviluppati solo sette vaccini contro nuovi patogeni. Quattro di questi sono opera della Merck», aveva dichiarato, per esempio, il direttore delle ricerche Roger Perlmutter parlando con gli azionisti in aprile. L’azienda produce attualmente due dei quattro vaccini più venduti al mondo, eppure ha perso la competizione con l’altro colosso Pfizer e, cosa più sorprendente, con una debuttante assoluta come Moderna, che non aveva mai ottenuto l’approvazione per un suo farmaco.

I VACCINI sviluppati dalla Merck utilizzavano due virus innocui per portare nelle cellule il codice genetico della proteina spike e addestrare il sistema immunitario a sviluppare gli anticorpi contro di essa. Il sistema è lo stesso utilizzato dalla stessa azienda nel vaccino anti-Ebola, autorizzato nel 2019. Allo sviluppo dei vaccini avevano collaborato anche l’International AIDS Vaccine Initiative (Iavi) e l’Istituto Pasteur di Parigi, che pure ha alzato bandiera bianca. La Iavi, per voce del presidente Mark Feinberg, si è detta invece intenzionata a proseguire gli studi anche senza Merck. Secondo Feinberg, l’efficacia del vaccino potrebbe migliorare se, invece che con un’iniezione, lo si somministrasse per via nasale o orale. Prima di arrendersi, la Iavi vorrebbe esplorare questa strada.

LO SVILUPPO di un nuovo vaccino richiede in media dieci anni, un periodo in cui possono capitare battute di arresto. Lo sviluppo del vaccino anti Ebola, ad esempio, ha richiesto 16 anni di studi con molte interruzioni. Se Merck getta la spugna così presto non è dunque solo per insormontabili difficoltà di natura tecnico-scientifica, ma soprattutto per la difficoltà di pianificare lo sviluppo di un nuovo farmaco in un contesto iper-competitivo. Paradossalmente, la forsennata corsa al vaccino può scoraggiare le sperimentazioni invece di moltiplicarle.

INNANZITUTTO, i vaccini già approvati hanno dimostrato nei test un’altissima efficacia. I 92 vaccini in corso di sperimentazione, tra cui anche quelli della Merck, corrono il rischio concreto di rivelarsi non abbastanza efficaci da conquistare fette di mercato. Nei fatti, dunque, il numero dei vaccini che entreranno davvero sul mercato è molto inferiore. Inoltre, organizzare nuovi test su larga scala (fase 3) necessari all’autorizzazione sarà sempre più arduo, perché è difficile reclutare volontari disposti a rinunciare a vaccini già collaudati pur di sperimentarne uno nuovo.

Ci sono infine ostacoli di natura bioetica. «Con due vaccini efficaci al 95%, al momento senza effetti collaterali diventa difficile anche solo approvare eticamente una fase 3 per un altro vaccino, almeno nel mondo occidentale», spiega su Twitter l’immunologo Roberto Burioni, che punta il dito sui brevetti per rimediare all’insufficienza dei vaccini esistenti: «Si dovrebbe discutere con le aziende della proprietà intellettuale». Per entrare sul mercato, oltre a dimostrarsi efficace, un eventuale nuovo vaccino dovrà risultare più facile da conservare e somministrare. Un vaccino che resista a temperatura ambiente e che si assuma in un’unica dose, magari per via orale, potrebbe far gola a molti governi.

Richiesta di rettifica

Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico con sede a Darmstadt, Germania, chiede la rettifica di un’informazione non corretta riportata nell’articolo “Il colosso francese Merck lascia la corsa al vaccino” pubblicato su Il Manifesto del 26 gennaio 2021 in quanto: L’Azienda che ha annunciato la sospensione del suo programma di sviluppo di vaccini per il COVID-19 è l’americana Merck & Co. Inc. (con sede a Kenilworth, NJ), operante al di fuori di Stati Uniti e Canada con il nome MSD. Questa informazione dovrebbe essere esplicitamente riportata per evitare confusione con Merck Merck – l’originale – detiene i diritti globali per l’utilizzo del nome e del marchio Merck. Le sole eccezioni sono il Canada e gli Stati Uniti, dove l’azienda è presente col marchio EMD (acronimo di Emanuel Merck Darmstadt). Al fine di rafforzare il suo brand, Merck si è attivata a livello globale per prevenire violazioni dei diritti sul nome e le confusioni che spesso si generano a seguito di ciò. Sperando in una pronta rettifica porgiamo distinti saluti.

Ufficio Stampa Merck – Italia