Per ogni bambino, non importa se nato al tempo della televisione in bianco e nero o nell’era digitale, raccogliere le figurine, e se possibile ultimare l’album, è un passatempo divertente. Gianni Bellini, 56 anni, tipografo, lo sa bene tanto che non l’ha mai abbandonato, anzi con l’andar del tempo è diventato prima un hobby e poi quasi una «missione culturale»nella sua stessa definizione.
Nella sua casa di San Felice sul Panaro (Modena) ci sono delle stanze appositamente riservate ai suoi quattromila album di figurine di calcio; dei quali, il novanta per cento è completo, mentre il restante dieci non lo è perché le figurine sono introvabili, ma già il fatto di possederli è certamente una rarità.

Da Guinness
«Ho tutte le raccolte dedicate al calcio uscite sul pianeta dal 1970 a oggi», ci racconta Bellini sfogliando un album rotondo del campionato Brasileiro del 2009, un pezzo pregiato. Senza ombra di dubbio, e senza tema di smentita, è ritenuto il più importante collezionista al mondo di album e card di calciatori. E il fatto che Bbc, Cnn, History Channel, «Bild», «Times» lo abbiano cercato per dei servizi giornalistici ne è la dimostrazione più lampante.

A lui si sono interessanti anche quelli dei Guinnes dei primati. «Nel 2018 fui contattato», ricorda Bellini, «perché volevano certificare la mia raccolta. Sul momento ero disponibile, poi entrando nello specifico ho capito che sarebbe stato un lavoro di mesi. Avrei dovuto riprendere con una telecamera album per album e sfogliarlo. Facendo un rapido calcolo ci sarebbero voluti quattro mesi lavorando 24 ore al giorno. Rifiutai».

Gli album, chiusi in vetrine e a turno rimescolati per portare in superficie quelli posizionati più sotto, provengono da ottanta Paesi del mondo: dalle nazioni calcisticamente più evolute a quelli dei campionati di Tunisia, Marocco, ma anche di Cina, Canada, Papua Nuova Guinea, Estonia tanto per citarne alcuni.

Mondiali
Ne possiede oltre quattrocento dedicati ai Campionati del mondo di calcio, a partire da quelli del 1950. «Ho addirittura un album inglese del 1934», mostra Bellini con emozione, «e le figurine, o meglio le cigarette cards, erano all’interno delle confezioni di sigarette!». Ma è anche l’unica persona al mondo, per ammissione della stessa ditta, ad avere tutti gli album pubblicati nel mondo dalla Panini – la più importante casa editrice di figurine – e addirittura ne possiede alcuni della cui esistenza nemmeno l’azienda di Modena è a parte, in quanto realizzati a seguito della cessione dei diritti di pubblicazione a piccoli editori locali.

Più di un Hobby
C’è un momento ben preciso in cui la passione per la raccolta delle figurine, tipica di ogni ragazzino, diventa più che un hobby per Bellini.
«Avevo 14 anni quando andai in corriera alla Panini, che distava 35 km da casa mia, per acquistarne alcune che mi sarebbero servite per completare un album. Casualmente vidi su un tavolo l’album del campionato belga 1977. Che fare? Lo presi ovviamente, a costo di spendere in anticipo la paghetta delle settimane successive».

«Arrivato a casa», prosegue Bellini, «aprii l’album e mi feci una domanda semplice: se c’è un album del Belgio molto probabilmente ci saranno anche album di altri Paesi. E da lì ho scatenato l’inferno». L’inferno è proprio la parola giusta perché il fatto di voler avere, da buon collezionista professionista, tutto o quasi quello che esce nel mondo, gli ha riempito le vetrine di casa di album, ma anche di oltre 700mila figurine in attesa di essere attaccate.

San Felice Resto del Mondo
Ma come ha fatto il tipografo di San Felice sul Panaro a tenersi aggiornato su tutto quello che usciva nelle edicole dell’orbe terracqueo, anche quanto non c’era Internet? «In 40 anni di collezionismo», spiega Bellini, «mi sono fatto una cerchia di oltre duecento corrispondenti da tutto il mondo. Con loro ho contatti periodici e ci scambiamo informazioni e album. Questa rete nasce nei primi anni Ottanta quando cominciai a disseminare annunci sui giornali di tutto il mondo e da allora ho mantenuto una cerchia fidata di amici collezionisti».

Catalogo degli errori
Nei quattromila album della collezione si «respira» la storia del gioco più amato dagli italiani, ma anche stranezze e inesattezze. «L’errore più grottesco», ci mostra Bellini, «è quello fatto da una ditta venezuelana nella raccolta dedicata al Mondialedi Germania 2006. Nella pagina dedicata alla Croazia ha messo tutti i calciatori dell’Ungheria, nazionale che peraltro non era presente alla competizione. Mentre l’album più curioso è quello edito in Croazia dalla FiguPlay per il Mondiale di Sud Africa 2010: i calciatori sono in caricatura e posizionati in una foresta. La fantasia non ha confini».

Storia dei costumi
Un cruccio però Bellini se lo porta dentro. «In molti considerano questo hobby adatto ai bambini o al massimo ai nostalgici degli anni passati. Non è così! Sfogliando, per esempio, un album del 1960 o del 1979 si possono notare», prosegue il collezionista, «tante cose legate al costume o alla storia di quegli anni. Dai capelloni, Meroni e Zigoni, ai calciatori come Paolo Sollier con barba e capelli lunghi tipici dei ragazzi degli anni della contestazione, all’Olanda dei basettoni del 1974, all’introduzione sulle maglie degli sponsor. Tanto è cambiato, anche se non necessariamente in meglio».

«Celo, manca!»
Di recente Bellini ha scritto, assieme all’amico giornalista Lorenzo Longhi, un libro dal titolo 500 «figu» per un Bordon per i tipi delle edizioni Urbone Publishing dove racconta la sua storia di collezionista, ma anche aneddoti e curiosità legati ai suoi tantissimi album. Il fatto che nel titolo compaia il nome del portiere dell’Inter degli anni Settanta rievoca a una prassi tipica dei bambini nello scambiarsi le figurine.

Nel 1973, quelli erano i tempi del «celo celo, manca…», al bambino Bellini mancava una sola figurina per completare la raccolta: quella di Ivano Bordon, naturalmente. Osservando le doppie di un amico la vide. «In cambio però voleva 500 figu. Nessun problema per me, ne avevo tante. Andai a casa», racconta Bellini, «contai le mie doppie, ma per arrivare a quota 500 dovevo comprare una bustina. La mattina successiva andai in edicola ad acquistarne una e dentro ci trovai il buon Ivano. Fui contentissimo, ovviamente, ma una parola data va rispettata e quindi al mio amico diedi comunque le 500 doppie».