Il luogo comune vuole che i film italiani si somiglino un po’ tutti, specie le commedie. Non è il caso di Brutti e cattivi, anche se rievoca il titolo del film di Scola. La storia è quella della banda dei quattro, ci sono infatti risvolti cinesi. Abbiamo il Papero (Claudio Santamaria) nato senza gambe, sua moglie Ballerina (Sara Serraiocco) senza braccia, il Merda (Marco d’Amore) un rasta sempre stordito e Plissé (Simone Marcucci) scassinatore di un metro e venti. Insieme compiono un’improbabile rapina in banca: 10mila euro dichiarati, milioni neri della mafia cinese (eccoli).

Guai e tradimenti cominciano dopo la rapina andata a buon fine. Perché i nostri eroi sono malmessi, ma avidi e stronzi come chiunque. E infatti su questo aspetto gioca il film, nessuna pietà per i disabili, donne o uomini che siano, perché sanno essere perfettamente omologhi ai bastardi «regolari». Solo che alla lunga il giochino risulta un po’ trascinato, non si sorride più aspettando un epilogo da imprevedibilità annunciata.
Cosimo Gomez abitualmente è scenografo, ma scrive anche e questa sceneggiatura qualche anno fa ha vinto il premio Solinas. Così ha deciso di esordire alla regia, ma il buon cattivo gusto di John Waters è lontano.