Dove va il cinema d’oggi? Questa e altre domande sono al centro del brillante pamphlet, che con lucidità e passione l’autore dedica ai cambiamenti epocali che hanno stravolto il consumo cinematografico tradizionale. Se il postcinema rinnova gli spazi e le forme, la proliferazione dello smartphone-film e del selfie-video, attraverso tablet, siti, blog, social network, anima una sorta di barnum delle immagini, spesso narcisistico e autoreferenziale. Si è parlato molto delle piattaforme dopo il decollo dello streaming, ma si è trascurato il discorso sul No Man’s Land della critica, un flusso inarrestabile di interventi, opinioni, forum, articolesse stravaganti, spesso scontate o pretestuose. Spiccano per polemica vivacità gli interventi sui festival (e la politica della direzione generale cinema del Mibact) e sull’insegnamento universitario che andrebbe profondamente ripensato. Suggestivo e provocatorio il capitolo finale sul doppiaggio, dove rispuntano a sorpresa lo statuto estetico dell’opera cinematografica e la sua stessa possibilità di sopravvivenza, nonostante gli stravolgimenti evocati nel libro (pp. 96, euro 8,00).