Lei si chiama Laura Samani, è nata a Trieste nel 1989, ha studiato filosofia, regia al Centro sperimentale e col suo film di diploma, il cortometraggio La santa che dorme (2016) è stata selezionata alla Cinéfondation di Cannes. Piccolo corpo è invece il suo primo lungometraggio, con cui torna sulla Croisette, alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes (6-17 luglio), che ha annunciato ieri la selezione. Prodotto da Alberto Fasulo e Nadia Trevisan, Piccolo corpo (per il quale si parla già della scoperta di un talento) accompagna il viaggio di una giovane donna, Agata, ai primi del Novecento, dall’isoletta nel nord est italiano su cui vive a un luogo segreto sulle montagne dove si dice che i bambini nati morti come sua figlia possono tornare a respirare per un attimo, il tempo che serve per essere battezzati .
La sezione – diretta da Charles Tesson e dedicata alle opere prime e seconde – sarà aperta da Robuste di Constance Meyer, con Gerard Depadieu, lo strano incontro tra una vecchia star e la sua nuova guardia del corpo, e chiusa da Une histoire d’amour et de désir di Leyla Bouzid, autrice già del magnifico A peine j’ouvre les yeux. Tra i due ci saranno i film del concorso – la giuria è «guidata» dal regista rumeno Cristian Mungiu – sei titoli che si aggiungono appunto a Piccolo corpo il cui motivo comune è quello di avere al centro figure femminili: da Olga di Elie Grappe su una giovane atleta ucraina e la mamma giornalista a Maidan, a Feathers di Omar El Zohairy, ritratto di una madre di famiglia soffocata dal patriarcato del marito che riesce a scoprire conquistare un proprio spazio quando una magia trasforma l’uomo in un pollo.

ADÈLE Exarchopoulos è la protagonista di Rien à foutre, di Julie Lecoustre & Emmanuel Marre, la vita di una giovane hostess divisa tra «realtà» e alter ego su Tinder. Ancora una figura femminile, e di nuovo una madre in Amparo di Simón Mesa Soto, che ne segue la battaglia contro il potere e la corruzione per ritrovare il figlio mandato nelle zpone di guerra nella Colombia del 1998.
Siamo a Gibuti in La Femme du fossoyeur di Khadar Ayderus Ahmed, il dramma di una giovane coppia povera che non può affrontare economicamente la grave malattia della donna, mentre in Libertad Clara Roquet segue l’estate di un’adolescente e le scoperte che arrivano con l’improvvisa comparsa nella sua vita di un’altra ragazza, la Libertad del titolo.
Proiezione speciale per i sessant’anni della Semaine, Les amours d’Anais di Charline Bourgeois-Tacquet – anche questa la storia di una donna, e di un amore con Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydès.