L’occasione sono i vent’anni dalla morte ma l’omaggio a Djibril Diop Mambety nel programma del prossimo Festival del cinema africano, d’Asia e America latina – Milano, 23-31 marzo; www.festivalcinemaafricano.org – sembra quasi rimandare anche alla storia della rassegna che portò in Italia il suo capolavoro ribelle Touki Bouki (1973) nel lavoro di ricerca sulle spinte e le energie spiazzanti, non vittimistiche ma feroci, umoriste, ironiche sul cinema del continente.

Un ritorno importante che permetterà alle giovani generazioni di spettatori di scoprire due film di questo Godard dell’Africa subsahariana come Parlons Grand-mère (1989) e Hyènes (nel ’92 in concorso al Festival di Cannes), nelle copie restaurate, e la storia di uno dei protagonisti più marginali e affascinanti di quell’immaginario grazie al libro Djibril Diop Mambéty o il viaggio della iena – La rivoluzione cinematografica di un visionario regista senegalese (edizioni L’Harmattan Italia, 2019 con la collaborazione del FESCAAAL e della Cineteca di Bologna).

ALLA STORIA del Festival è legato ugualmente Merzak Allouache, sguardo strabico algerino che del suo Paese ha catturato conflitti e contraddizioni sin dagli esordi, nel 1976, quando in Omar Gatlato aveva fatto irrompere sugli schermi fuoricampo e controcampo delle giovani generazioni algerine nel post-indipendenza attraverso il personaggio di Omare dei suoi amici, ragazzi delle periferie di Algeri rinchiusi in esistenze tra machismo, repressione sessuale, disoccupazione, fantasie di fuga verso un’altra vita. A Milano vedremo il suo nuovo Divine Wind, girato nel Sahara algerino, capace di maneggiare senza schematismi l’adesione dei giovani al terrorismo oggi.

Sempre nel concorso internazionale, Freedom Fields di Naziha Arebi, una squadra di calcio femminile nella Libia post-rivoluzionaria, primo film di una regista libica; Kabul City in the Wind di Aboozar Amini, la vita nella capitale dell’Afghanistan colta dal vecchio autobus del protagonista, Abas; Baby di Liu Je, con la star cinese Yang Mi, l’ostinata battaglia della protagonista per salvare una bimba disabile dall’abbandono dei genitori che rivela gli effetti della politica del figlio unico in Cina. Due ancora le sezioni competitive, i cortometraggi africani, e Extr’a, dedicata ai film italiani a confronto con le altre culture. E poi una selezione dal festival di Pingyao, fondato dal regista Jia Zhang-ke e diretto da Marco Muller; la sezione Flash, una serie di anteprime tra cui il magnifico Hotel by the River di Hong Sang-soo.

Film d’apertura Fiore Gemello di Laura Luchetti (uscirà per Fandango), l’incontro tra due adolescenti massacrati dalla violenza che inventa uno spazio resistente al nostro tempo.