La sfida Italia-Nuova Zelanda, in programma sabato a Toyota City, non avrà luogo. Non si disputerà neppure l’attesissimo Francia-Inghilterra, che doveva essere ospitato a Yokohama. Entrambe le partite sono state cancellate dal calendario in previsione del ciclone Hagibis che nella giornata di sabato investirà in pieno il Giappone e in particolar modo la zona costiera centromeridionale dell’isola di Honshu, dove i due match avrebbero dovuto disputarsi.

Per ragioni di calendario e di tempo, le due partite non saranno recuperate e nemmeno spostate in altra sede. Secondo quanto previsto dal regolamento, alle quattro squadre saranno assegnati due punti ciascuna e i match risulteranno conclusi in pareggio: 0-0. La classifica del girone B vedrà dunque gli All Blacks chiudere al primo posto, davanti al Sudafrica, con l’Italia terza ed eliminata. Nel girone C a qualificarsi saranno Inghilterra (1° posto) e Francia.

Sarà invece regolarmente disputata la gara del girone A tra Irlanda e Samoa in programma nella stessa giornata a Fukuoka, nell’isola di Kyushu, che dovrebbe essere risparmiata dalla furia dell’uragano. I quattro match in programma domenica e che concludono la fase a gironi sono stati per ora confermati, ma il big match tra Giappone e Scozia in programma a Yokohama è comunque a rischio. “Dopo il passaggio del ciclone, e prima di un definitivo via libera ai match di domenica 13, sarà effettuata una verifica preventiva in tutti gli impianti”, annuncia un comunicato stampa di Rugby World Cup. E’ a rischio anche il Gran Premio del Giappone in programma domenica a Suzuka, località anch’essa interessata dall’uragano. I tifosi da tutto il mondo presenti nelle aree che saranno colpite sono stati invitati a evitare gli spostamenti e restarsene al chiuso durante la giornata di sabato.

Hagibis è stato classificato come “super-ciclone” di livello 5, il più elevato. Attualmente si trova al largo dell’isola di Okinawa, più di mille chilometri a Sud, ma si muove velocemente verso Nord con raffiche di vento che raggiungeranno i 250 chilometri orari. Sarà il ciclone più potente e pericoloso dell’anno. La compagnia ferroviaria Japan Rail ha già annunciato la sospensione dei treni in tutte le aree interessate, mentre Japan Airlines e All Nippon Airways hanno interrotto i voli in programma tra domani e domenica.

Un mese fa il Giappone era già stato colpito dal ciclone Faxai che aveva causato l’evacuazione di migliaia di residenti nella zona costiera di Tokyo, con molte abitazioni ancora prive di energia elettrica. Lo scorso anno il peggior uragano degli ultimi 25 anni, battezzato Jebi, aveva lasciato dietro di sé una scia di distruzione: 11 morti, danni per 12 miliardi e mezzo di dollari, 50 mila abitanti costretti ad abbandonare le loro case.

Qualcosa sta succedendo. Da sempre il Giappone ha dovuto fare i conti con maremoti – gli ormai celebri tsunami causati da movimenti tellurici nelle profondità dell’oceano Pacificoe violenti nubifragi, ma mai con la frequenza e la forza devastante degli ultimi anni. E’ il New York Times a ricordarloi, citando uno studio della Società Meteorologica Americana dal quale risulta come un numero sempre maggiore di uragani e piogge torrenziali originati nel Pacifico stiano colpendo con estrema violenza aree sempre più a Nord rispetto al passato, a cominciare dal Giappone. E quasi tutti gli scienziati interpellati hanno indicato nel riscaldamento globale del pianeta le cause di questi cambiamenti. Ora l’evento Hagibis ha investito come una variabile imprevista la Coppa del mondo di rugby, mettendone in crisi la pur decantata organizzazione.

La cancellazione delle due partite in programma sabato ha suscitato stupore, delusione tra i tifosi che avevano acquistato i biglietti (saranno comunque rimborsati), inevitabile malumore tra i più diretti interessati. E qualche reazione sopra le righe, come quella del capitano dell’Italia, Sergio Parisse: “E’ inaccettabile. Se gli All Blacks avessero avuto bisogno di giocare per fare 5 punti, sono sicuro che si sarebbe trovata una soluzione. Ma gli organizzatori si sono detti ‘Cosa importa degli azzurri? Tanto, avrebbero perso lo stesso. Complimenti”. Contro la Nuova Zelanda il capitano degli azzurri avrebbe disputato l’ultima partita in nazionale della sua lunga carriera e la sua rabbia è in parte comprensibile. Ma il regolamento della RWC parlava chiaro: “Se un match della fase a gironi non potesse avere luogo nel giorno previsto, non sarà rinviato al giorno successivo ma sarà considerato annullato e le due squadre si vedranno assegnare 2 punti ciascuna”. Dunque nessun complotto e nessuna “mancanza di rispetto verso l’Italia” come invece lamentato da Parisse che, da capitano, forse avrebbe dovuto studiare il regolamento prima di offrirsi alla stampa. I francesi, che forse avrebbero potuto contendere all’Inghilterra il primo posto nel girone, loro hanno fatto buon viso a cattivo gioco.

Il mondiale dell’Italia è dunque finito con 48 ore di anticipo. Il match con gli All Blacks – a parte la soddisfazione di sfidare i campioni del mondo che lo scorso novembre a Roma avevano distrutto gli azzurri con un umiliante 66 a 3 – non avrebbe cambiato nulla per una squadra giunta alla gara conclusiva ormai certa dell’eliminazione, priva di quattro piloni (due infortunati e due squalificati), un allenatore sul piede di partenza e un bilancio del tutto negativo. Dei tre match disputati si salvano gli 80 minuti con il Canada e forse il primo tempo con gli Springboks. Null’altro.

In verità non è la prima volta che il rugby deve fare i conti con i capricci della natura. Pochi mesi prima della coppa del mondo del 2011 in Nuova Zelanda un devastante terremoto colpì Christchurch, la seconda città del paese. Tutti i match in programma al Lancaster Park furono spostati in altre città. Nel 2001 il Sei Nazioni dovette spostare in autunno tutti i match che vedevano impegnata l’Irlanda contro le home union a causa dell’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina (la cosiddetta “mucca pazza”) che aveva colpito il Regno Unito.

Ultimo turno, poi i quarti di finale

Domani l’Australia, già qualificata e quasi certamente seconda nel suo girone D, affronta l’ultimo impegno contro la Georgia (diretta streaming su www.rugbyworldcup.com alle 12.15). Per il Galles, che ha conquistato una sofferta vittoria contro Figi in una sfida durissima, il match di domenica contro l’Uruguay sarà l’occasione per fare rifiatare un po’ di titolari (diretta streaming 10:15).

Sabato, mentre infurierà il ciclone, per il girone A saranno in scena Irlanda e Samoa (12.45). Per i verdi obbligo categorico di vincere per passare il turno. Domenica il match più atteso: Scozia-Giappone (diretta streaming alle 12.45), con i padroni di casa che marciano a punteggio pieno ma il cui accesso ai quarti non è ancora sicuro mentre gli scozzesi cercano una vittoria larga, convincente e con tanto di punto di bonus per poter sperare nella qualificazione.

Namibia-Canada e Stati Uniti-Tonga, in programma domenica, avranno un valore puramente statistico e sportivo.

Si sta intanto disegnando il tabellone dei quarti di finale del weekend del 19-20 ottobre.

Inghilterra-Australia dovrebbe aprire un programma di sfide che si annuncia combattutissimo, mentre il Galles quasi certamente affronterà la Francia. Gli altri due accoppiamenti, con Nuova Zelanda e Sudafrica, attendono l’esito delle sfide del girone A.