Il “rosso” nel bollettino della Protezione civile colora tutta la zona orientale della Sicilia: Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. La massima allerta per queste quattro province è per «mediCane», il ciclone che per gli esperti da stanotte si è trasformato in un uragano mediterraneo, con piogge torrenziali e venti oltre i 100 Km/h che si abbatteranno senza dare tregua in tutto il versante dell’isola. L’allarme ha gettato nel panico la popolazione, già provata soprattutto nel catanese dal ciclone che ha provocato tre vittime a Scordia e Gravina di Catania, con le strade trasformate in fiumi, le piazze in laghi, tonnellate di detriti e rifiuti trascinati dalla forza dell’acqua in mare, ospedali allagati, negozi invasi dal fango. Danni per centinaia di milioni di euro.

IL GOVERNO MUSUMECI ha già deliberato lo stato di emergenza per chiedere allo Stato di decretare la calamità naturale e aiutare chi è stato colpito da quest’ondata di maltempo. Il governatore ha pure invocato una legge speciale allo Stato con una dotazione per la Sicilia di almeno 3 miliardi di euro per fronteggiare il rischio idrogeologico dovuto agli eventi climatici. Scuole e uffici pubblici sono chiusi. I negozianti hanno creato delle barricate davanti le saracinesche per tentare di impedire all’acqua e al fango di distruggere tutto. I sindaci hanno diramato avvisi alla popolazione suggerendo di chiudersi in casa e di non uscire per alcun motivo.

DALLA PUGLIA, ma anche da altre regioni, sono arrivate in Sicilia squadra di vigili del fuoco equipaggiati per eventi alluvionali con mezzi di soccorso idonei. Il dipartimento della protezione civile regionale ha avvertito tutti i volontari per essere reperibili nel più breve tempo possibili. I siciliani guardano con apprensione il cielo nero e seguono le previsioni meteo. A Catania hanno anche fatto scorte di viveri: gli scaffali di diversi supermercati, presi d’assalto, sono vuoti. Sembra di essere tornati al lockdown se non fosse per la presenza di sacchetti di sabbia di cenere lavica, cartoni, cellophane e tavole di legno messi a protezione di ingressi e vetrate, che sembrano formare i bordi superiori di ‘trincee’ contro l’incubo «mediCane».

LO STORICO MERCATO della Pescheria, sotto piazza Duomo, è chiuso; lo si attraversa in un silenzio surreale per chi è abituato al ‘vannio’, alle urla dei venditori. Nella vicina piazza Università c’è un presidio di vigili del fuoco. Sul lungomare della scogliera di Ognina, che il sindaco di Catania ha chiuso al traffico per il rischio mareggiate, i bar sono chiusi. Quasi deserta anche la spiaggetta di sabbia e massi lavici di San Giovanni Li Cuti, luogo prediletto per gli irriducibili amanti del mare anche invernale in piena città. Musumeci ha contato 86 comuni da aiutare, servirebbero subito 10 milioni di euro per i primi interventi urgenti. “Ho il dovere di raccomandare a tutti di evitare spostamenti e, soprattutto, rinunciare all’uso di automobili, in caso di pioggia: l’insidia è sempre dietro l’angolo”.

IERI È STATO TROVATO a Scordia il corpo di Angela Caniglia, la 61enne dispersa da quattro giorni per il nubifragio abbattutosi sul paese della piana di Catania. Era in una zona non distante dove era stato recuperato il corpo del marito, Sebastiano Gambera, 67 anni. Il ritrovamento fa salire a tre il bilancio delle vittime per i nubifragi: a Gravina di Catania, due giorni fa, è morto Paolo Claudio Agatino Grassidonio, 53 anni, anche lui travolto dall’acqua dopo essere sceso dall’auto. Per la tragedia di Scordia la Procura di Caltagirone ha aperto un’inchiesta per duplice omicidio colposo.