Argentina e Venezuela al centro della 39ma conferenza della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’agricoltura e l’alimentazione, in corso a Roma fino al 13 giugno. La Fao ha riconosciuto i progressi compiuti da 15 paesi nella lotta alla malnutrizione, ma due hanno ricevuto un premio. Nell’atrio della Fao, il brasiliano Graziano da Silva – rieletto alla direzione generale dell’organizzazione con il più altro gradimento della storia – ha consegnato i diplomi.

Per prima lo ha ritirato la presidente Argentina, Cristina Kirchner: per i risultati ottenuti nella riduzione della fame, nel miglioramento della qualità di vita dei suoi cittadini, nella capacità produttiva e nei progressi realizzati a livello scientifico. Kirchner ha elencato i passi avanti compiuti dal suo paese, messo a terra dalla grande crisi del 2001, e gli sforzi dei governi progressisti – del marito Nestor e poi il suo – per risollevarlo dallo sfacelo prodotto dal neoliberismo.

Quindi ha ripreso il senso e il tono del discorso tenuto nei giorni scorsi dall’ex presidente brasiliano Inacio Lula da Silva. Ha affermato: «Credo che il problema principale della fame risieda nell’iniqua distribuzione delle risorse: perché gli alimenti ci sono, quel che manca però a molta gente è il denaro per acquistarli».

Poi ha messo l’accento sul ruolo dello stato nel disporre politiche pubbliche verso i meno favoriti e ha evidenziato la necessità di lavorare a «un diverso modello di paese» per affrontare i problemi alla radice e nella loro complessità. Anche Kirchner, come aveva fatto Lula, ha sottolineato che è stato sufficiente destinare alle politiche pubbliche solo lo 0,5% del Pil per togliere dalla fame milioni di persone. E se Lula, in un successivo incontro in Campidoglio, ha invitato i giovani in Italia a non lasciarsi sottrarre le conquiste e il welfare per cui hanno lottato le generazioni precedenti, un messaggio analogo è filtrato anche dal discorso di Kirchner. La Fao, ha auspicato la presidente argentina, deve diventare un’istanza di controllo e di monitoraggio della qualità dell’alimentazione nel mondo.

Ogni anno, la Fao mostra le cifre dell’impotenza nei paesi in cui i dominati non hanno impresso un cambio di marcia alla direzione del potere. Ma, così com’è avvenuto nei grandi vertici internazionali di altri organismi, l’irruzione di governi socialisti in America latina, sta rendendo meno rituale anche questi appuntamenti a Roma.

Lo ha reso particolarmente evidente il premio ricevuto dal Venezuela, che in 16 anni di governo chavista ha fatto scendere la malnutrizione a meno del 5%. Alla Fao avrebbe dovuto presenziare il presidente Nicolas Maduro, ma all’ultimo momento è rimasto a Caracas per motivi di salute (e anche per seguire da vicino le conseguenze dell’arresto del presunto mandante dell’omicidio del deputato Robert Serra).

Al suo posto, è arrivato il vicepresidente Jorge Arreaza, a riassumere i passaggi principali realizzati dal «socialismo democratico», che ha messo al centro l’essere umano e non la merce e il profitto. Arreaza ha ripetuto due volte l’entità di risorse che il Venezuela destina ai progetti sociali: il 62% delle entrate.

Per la costruzione di case popolari destinate ai meno abbienti con la Mision Vivienda, i dollari investiti sono già oltre 142 mila milioni. Attraverso la Mision alimentacion, ideata da Chavez, sono stati distribuiti 25 milioni di tonnellate di alimenti del paniere, di cui hanno usufruito oltre 22 milioni di persone. In questo modo, attualmente, il 95,4% dei venezuelani mangia tre volte al giorno e anche più.

Tutto questo – ha detto Arreaza – è stato possibile perché abbiamo operato un cambiamento strutturale nel sistema economico imposto dall’imperialismo, andando verso un sistema simile «a quello evocato dal Libertador Simon Bolivar, volto a generare il massimo di felicità possibile per il popolo». Conquiste che è stato possibile raggiungere «dando il potere al popolo» e continuando ad aumentarne la rappresentanza giorno dopo giorno.

Il Venezuela ha ottenuto un primo riconoscimento dalla Fao nel 2012, per aver ridotto fame e povertà estrema di oltre il 50% e poi, nel giugno del 2013, ha avuto un ulteriore encomio per aver ridotto il numero di affamati dal 13,5% al 5%.

Nel 2014, la Fao ha di nuovo riconosciuto i risultati ottenuti dal chavismo con la Mision Alimentacion, un’iniziativa che promuove programmi sociali del governo attraverso giornate di distribuzione di alimenti a prezzo giusto. Risultati – ha precisato Arreaza – che continuano ad aumentare, nonostante la «guerra economica» intentata dai poteri forti attraverso il contrabbando di alimenti e la scarsità indotta per esasperare la popolazione. Poi, Arreaza si è recato a Montesacro per incontrare i movimenti sociali.