Il Ceta, l’accordo di liberalizzazione commerciale tra Canada e Unione Europea, scivola su una fetta di Halloumi. Il Parlamento cipriota ha infatti bocciato la ratifica del trattato con 37 voti contrari e solo 18 favorevoli perché indignata per la leggerezza con cui la Commissione Europea ha trascurato le grida di allarme arrivate dall’isola sui danni registrati nella produzione e nell’export di molti prodotti nazionali, come il popolare formaggio molle, dopo l’entrata in vigore parziale del trattato.

Tutti i partiti, tranne quello della destra di Governo Disy, hanno denunciato in Aula il caso Halloumi, sempre più copiato da omologhi canadesi, per sollevare via via tutti gli aspetti problematici dell’accordo. Il partito socialista Edek e quello democratico di centro Diko hanno richiamato gli ultimi casi di pressione da parte canadese nelle commissioni tecniche create dal trattato, contro la disciplina europea cautelativa sugli Ogm e i pesticidi, per contestare l’invadenza crescente delle multinazionali canadesi e americane sul piccolo mercato cipriota e l’capacità delle aziende nazionali di competere alla pari nel mercato europeo con questi giganti.

Ela e il partito laburista Akel hanno preso la parte dei sindacati e delle organizzazioni agricole, sottolineandone la contrarietà al trattato, e ricordando che se il Ceta venisse ratificato anche scelte nazionali importanti per l’economia nazionale nella critica fase post-Covid, come la protezione di alcuni settori o attività, potrebbero venire impugnate dagli investitori d’oltre Atlantico grazie alla clausola arbitrale Ics/Isds che ne protegge eccessivamente gli interessi.

I Verdi e l’Alleanza dei cittadini, infine, si sono detti preoccupati del possibile effetto combinato sul settore agroindustriale, ma anche sull’ambiente e la tutela dei consumatori, della possibile approvazione di altri due discussi accordi di liberalizzazione commerciale: il mini-TTIP con gli Usa di Trump e l’accordo tra l’Unione europea e Argentina, Uruguay, Paraguay e il Brasile del negazionista climatico e pandemico Bolsonaro.

Il partito della destra al Governo, Disy, ha provato a dissuadere i colleghi per l’impatto anche simbolico che questo voto avrebbe avuto sulla tenuta dell’Ue ma l’opposizione, in particolare quella verde, ha proceduto con la bocciatura con l’obiettivo di poter riaprire una discussione con Bruxelles sulla protezione dei prodotti ciprioti sensibili e una rivalutazione complessiva dell’impatto del trattato-
Con questa nuova bocciatura del Ceta l’intera agenda commerciale europea, in corso di rifocalizzazione da parte della Commissione Ue, entra in una fase critica.

Il Senato olandese, infatti, ha sospeso l’esame del trattato dopo un voto contrario preliminare. Macron ne ha forzato l’approvazione rischiando la spaccatura dell’Assemblea nazionale, e ha rinunciato al voto finale. Olanda e Francia, dopo queste batoste, hanno sottoscritto un documento a due mani per chiedere alla Commissione Ue di migliorare gli accordi nella protezione dei diritti umani e dell’ambiente. Anche nel parlamento italiano il fronte anti-Ceta, fondato sul patto elettorale «No Ceta Non Tratto» sottoscritto con sindacati, associazioni e produttori da quasi 4/5 degli attuali eletti, rimane saldo.

Al punto che dopo qualche tentativo pre-lockdown di riesumarlo da parte di esponenti del Pd, il viceministro agli Esteri Manlio Di Stefano ha confermato la necessità del Governo di rimandarne l’esame per valutarlo meglio. Le associazioni italiane e europee che si battono per un commercio più giusto guardano al voto cipriota come un’importante opportunità: chiedono la bocciatura del Ceta in tutti i Parlamenti che devono ancora esaminarlo – a partire da Germania, Francia, Olanda e Italia – una moratoria di ratifiche e trattative per lanciare una analisi partecipata di rischi e opportunità legati a questi trattati, sia a livello europeo che nazionale, che metta la salute, l’ambiente, il lavoro, i diritti e le vere opportunità per produttori e consumatori, prima dell’ideologia pro-liberalizzazioni. E un buon Halloumi per tutti.