Centrodestra diviso sulla riforma della cittadinanza. La commissione Affari costituzionali della Camera ha infatti approvato ieri il testo base preparato dal relatore e presidente della commissione, il 5 Stelle Giuseppe Brescia, grazie anche al voto favorevole di Forza Italia, che sul tema per la prima volta ha preso una posizione diversa da Lega e Fratelli d’Italia, da sempre contrari. Astenuti i due deputati di Coraggio Italia di Giovanni Toti, mentre a favore, ma era scontato, si sono espressi Pd, M5S, Leu e Italia Viva. «Il voto favorevole di Forza Italia dimostra che questa questione non è ideologica ma di libertà e civiltà», ha commentato Brescia al termine del voto. «Il testo proposto toglie ogni alibi a chi vuole strumentalizzare, non si discuterà dello ius soli, una parolina magica che ha creato solo contrapposizioni lasciando tutto così com’è».

LA PROSSIMA settimana l’ufficio di presidenza della commissione fisserà i tempi per la presentazione degli emendamenti, ma di sicuro dopo due anni di stallo quello di ieri è un passo importante che lascia ben sperare per l’approvazione della legge. Il testo proposto si basa sul cosiddetto ius scholae, ovvero sulla possibilità per un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri, o arrivato nel nostro paese entro il dodicesimo anno di età, di poter diventare cittadino italiano al termine di uno o più cicli scolastici, a patto che abbia risieduto «legalmente e senza interruzione» nel nostro paese per almeno cinque anni.

Per ottenere la cittadinanza è necessario che i genitori, anch’essi residenti legalmente in Italia, o chi esercita la responsabilità genitoriale, presentino domanda all’ufficiale di stato civile del comune di residenza. Nel caso la domanda non venisse presentata, l’interessato potrà farlo entro i due anni successivi al raggiungimento della maggiore età.
Secondo la ultime stime la legge potrebbe riguardare più di un milione di ragazzi, e tra questi anche alcuni atleti che oggi non possono vestire, come vorrebbero, la maglia della nazionale.

IL VOTO di ieri è stato giudicato come «un bel segnale» dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha chiesto alla commissione di precedere «con determinazione» all’approvazione della legge. Soddisfazione espressa anche dal deputato di +Europa Riccardo Magi, per il quale «tra le tante leggi vecchie e non più adeguate ala società che vanno cambiate» c’è anche la legge sulla cittadinanza approvata nel 1992.

A favore della legge anche Renata Polverini. La deputata di Forza Italia è autrice di una delle tre proposte di legge che sono alla base del testo unico preparato da Brescia (le altre due sono a firma dei dem Laura Boldrini e Matteo Orfini). « Il testo base del relatore Brescia approvato oggi in Commissione va nella direzione da me auspicata e pertanto sono soddisfatta e lavorerò insieme al mio gruppo per migliorarlo nel corso dell’iter parlamentare». ha detto Polverini. Contraria, ma anche questo era scontato la Lega, con il capogruppo in commissione Igor Iezzi che invita Letta a «non festeggiare» troppo presto.