Una giunta in formato mignon. Dopo più di un mese di trattative il governatore Christian Solinas e le forze politiche del centrodestra hanno raggiunto un accordo che definire al ribasso è un eufemismo. Per il momento, solo cinque assessori su dodici: Alessandra Zedda di Forza Italia al lavoro; Mario Nieddu della Lega alla sanità; Giuseppe Fasolino di Forza Italia alla programmazione e al bilancio; Gianni Lampis di Fratelli d’Italia all’ambiente; Gianni Chessa del Psd’Az al turismo. Solinas ha avocato a sé gli altri incarichi: agricoltura, industria, lavori pubblici, cultura, urbanistica, affari generali, trasporti. La guerra tra i partiti di centrodestra ha portato a una soluzione del tutto anomala, mai vista nella storia politica della regione.

Al centro dello scontro all’interno della maggioranza c’è l’assegnazione di due cariche: quella di assessore all’urbanistica e quella di presidente dell’assemblea regionale. La Lega le vorrebbe entrambe. Gli alleati resistono. Sono disposti a cedere al partito di Salvini la presidenza dell’assemblea, ma sull’urbanistica il Partito sardo d’azione, che esprime Solinas, non ci sta. Vorrebbe per sé l’assessorato intorno al quale da sempre in Sardegna si muovono interessi molto forti e non sempre limpidi. Polemica anche intorno alla nomina del forzista Fasolino alla programmazione e al bilancio. Un anno fa Equitalia ha imposto all’esponente berlusconiano un pignoramento di 425mila euro, con decurtazione dello stipendio di consigliere regionale, incarico che Fasolino ha ricoperto nella scorsa legislatura. La vicenda è stata rivelata nel luglio del 2018 dal quotidiano La Nuova Sardegna. Dal 2009 al 2017 Fasolino ha accumulato un debito per 425mila euro e, dopo un avviso per lettera, Equitalia ha fatto scattare il pignoramento dello stipendio di consigliere regionale, tagliando larga parte dell’indennità mensile. «L’elenco di tributi non versati – scriveva La Nuova Sardegna il 21 luglio dello scorso anno – è lungo e articolato. Si va dalle mancate dichiarazioni dei redditi all’Irpef non versata per alcune società commerciali di cui Fasolino era responsabile, sino ai bolli auto e alle multe per infrazioni del codice della strada».

«Ho deciso – ha detto Solinas per giustificare la sua mini-giunta – di esercitare le mie prerogative. Non possiamo attendere ancora. Alla Sardegna serve un governo, perciò ho nominato gli assessori che mi convincevano nelle caselle che ritengo utili. Spero che entro il fine settimana sia possibile procedere all’ulteriore composizione». «Ho cercato di dare spazio alla rappresentatività delle forze politiche – ha aggiunto – Vorrei una collaborazione ampia. Ma se questo non si verifica eserciterò appieno il mio ruolo». In un burrascoso vertice di maggioranza Solinas è andato oltre: «Se entro martedì prossimo non si troverà un accordo procederò a completare la giunta attingendo a personalità di area dei partiti che compongono la maggioranza oppure nominando persone di mia diretta fiducia». Un vero e proprio aut aut.

L’opposizione di centrosinistra attacca: «Dopo una campagna elettorale piena di annunci e propaganda – dice Massimo Zedda, l’ex sindaco di Cagliari sconfitto da Solinas alle regionali di febbraio – il centrodestra presenta una giunta dimezzata che non rispetta nemmeno la rappresentanza di genere». «Salvini – aggiunge Zedda – aveva detto che avrebbero fatto la giunta in un quarto d’ora, invece hanno fatto un quarto di giunta. Questa maggioranza egemonizzata dalla Lega è eterodiretta, espressione di interessi che sono al di fuori della Sardegna. E questo è un pericolo».