Il Cda Rai boccia il piano all news, si dimette Verdelli
Media Lascia il direttore per l'offerta informativa. Contestati il trasferimento del Tg2 a Milano e le «macroregioni». E intanto a Bianca Berlinguer viene affidata la prima serata del martedì su Raitre lasciata vacante dalla chiusura di Politics
Media Lascia il direttore per l'offerta informativa. Contestati il trasferimento del Tg2 a Milano e le «macroregioni». E intanto a Bianca Berlinguer viene affidata la prima serata del martedì su Raitre lasciata vacante dalla chiusura di Politics
Si è dimesso in serata Carlo Verdelli, il direttore per l’offerta informativa Rai, dopo che il Cda aveva bocciato il piano di riforma del sistema news di viale Mazzini. «Una persona perbene – ha dichiarato alle agenzie prima di inviare la lettera di dimissioni – prende atto che nella seduta del consiglio di amministrazione odierna il piano da lui messo a punto sarebbe stato bocciato e accantonato, perché ritenuto pericoloso e irrealizzabile». «Chi lo propone – prosegue – non può che prendere atto che non gode più della fiducia dei vertici e rassegnare le sue dimissioni. Non ci può essere un direttore che non ha la fiducia del consiglio di amministrazione».
Certo il piano Verdelli era nato con molte perplessità – e aun problema di solvibilità economica – dopo la sua prima presentazione avvenuta lo scorso 22 dicembre tanto che lo lo stesso Verdelli aveva sottolineato di aver verificato nel Cda: «una diffidenza decisamente marcata». Ora il piano verrà – parola del direttore generale Rai Antonio Dell’Orto – «rivisitato» seguendo alcune linee guida emerse durante l’incontro e «comunque tenendo presente» il lavoro svolto dall’ormai ex direttore per l’informativa Rai Verdelli. Ma in cosa consisteva il nuovo piano per l’informazione Rai? Di fatto veniva incontro alle esigenze di trasformazione formulate da Dell’Orto al suo insediamento ai vertici di viale Mazzini. Secondo le linee guida, il Tg2 sarebbe stato trasferito a Milano, Rai News sarebbe stata accorpata ai Tgr, mentre Napoli avrebbe ospitato la sede del nuovo telegiornale «per il Sud» in un’azienda – quella Rai – che in questo modo sarebbe stata organizzata in cinque macroregioni.
Molte le reazioni alle dimissioni di Verdelli, per il senatore Pd Salvatore Margiotta, membro della Commissione di Vigilanza Rai: «Sono dimissioni ampiamente attese e preventivate. Chi come me non ha mai fatto sconti a Carlo Verdelli, trova però ingeneroso e opportunista e persino ingenuo, pensare che ci si scarichi da ogni responsabilità addossandole a lui. Se dopo un anno e mezzo dall’insediamento del Dg Dell’Orto, si conclude così la stagione di Verdelli, non è certo soltanto lui a dover pagare conto di un fallimento annunciato». E in attesa ora del rinnovo della convenzione Stato-Rai – scaduto a maggio e che ora va avanti in quella che viene definita in una formula giuridica «prorogatio», si cercherà di lavorare sul nuovo piano per le news che passerà comunque sempre intorno a quattro capisaldi previsti in partenza: informazione digitale; informazione di flusso; informazione da parte di tg e reti, informazione per l’estero, per le comunità italofone.
Il sistema news è centrale per la Rai, e deve avere indici di garanzia assoluta di pluralismo. Un piano di difficile attuazione, e che dovrà tenere conto anche sulle «effettive risorse finanziarie», il punto nodale contestato a Verdelli». Per l’Usigrai quanto successo ieri in Cda è: «Un altro atto del conflitto aperto all’interno dei vertici Rai. Tutto sulla pelle della Rai Servizio Pubblico. Siamo ormai a metà mandato e questo vertice non ha prodotto alcun piano di riforma. Ha solo demolito quelli esistenti e anche quelli che ha commissionato».
Nella giornata convulsa Rai, arriva anche la decisione di affidare a partire da febbraio subito dopo Sanremo, la seconda serata del martedì su Raitre a Bianca Berlinguer, confermata nella striscia delle 19 con il suo Cartabianca e promossa con una versione ampliata del suo programma nella fascia lasciata vacante dalla chiusura anticipata, per emorragia di ascolti, di Politics di Gianluca Semprini.
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