Silvio Berlusconi così non lo avete mai visto: 45 secondi di svogliato spot elettorale, ed è già un cult. Dimenticate il vegliardo entusiasta dal sorriso luccicante e lo sguardo acceso da foga predatoria. Il leader del Pdl costretto alla chiamata generale per non perdere almeno Roma si infervora per Gianni Alemanno come farebbe per Ilda Boccassini. L’occhio opaco, la palpebra a mezz’asta e il tono funereo da minimo sindacale, in netta contraddizione con le parole pronunciate, tradiscono l’ormai scarsa convinzione con cui gran parte del centrodestra si appresta a sostenere la candidatura del sindaco uscente che arriva al ballottaggio di domenica e lunedì prossimi con 13 punti di svantaggio rispetto al suo antagonista Ignazio Marino.

E se dalla parte del chirurgo ieri si sono schierati sia il candidato dell’estrema sinistra, Sandro Medici, che l’ex presidente della Camera di Commercio di Roma Andrea Mondello che al primo turno aveva appoggiato l’imprenditore Alfio Marchini, la strategia elettorale di Alemanno suggerisce di fomentare ancora una volta la paura. «Ho avuto una riunione con Angelino Alfano e Gianni Alemanno in cui si è deciso di comune accordo tra i due, di dare il via al poliziotto e al carabiniere di quartiere e anche all’utilizzo dei militari nelle periferie», annuncia il Cavaliere dai microfoni di una tv locale.

«E a quale titolo Berlusconi decide con il ministro dell’Interno e con il sindaco di Roma del poliziotto di quartiere?», ribatte Nichi Vendola ricordando comunque al leader del Pdl «che quella figura esiste da 10 anni, è un suo spot del 2002/2003…».

Ma il partito della sicurezza è sempre pronto, all’occorrenza. E si nutre di piccoli stratagemmi, come quello utilizzato da Fabrizio Cicchitto che lancia un appello a tutti i romani per «andare a votare affinché la Capitale non cada nelle mani di uno straniero». Lo ius soli, a destra, non vale nemmeno per un italiano.

«Non affidatevi a un sindaco che non è di Roma, che non sa nulla della città, che non ne conosce la vita e i problemi», insiste il Cavaliere. Che nel video postato su Facebook si rivolge soprattutto a quel 48% che al primo turno non è andato a votare e a quel 10% che potrebbe non tornare alle urne, stando ai dati dell’affluenza delle precedenti amministrative del 2008: «Mi raccomando andate a votare e scegliete la competenza, l’esperienza e la serietà di Gianni Alemanno».

Perché in 5 anni il sindaco uscente ha trasformato la Capitale in una città «più ospitale di prima», spiega Berlusconi in un’intervista rilasciata ieri a Teleroma 56, dove «la criminalità è calata del 15%»: lui stesso vive «a Roma 5 giorni su 7» e «sono sempre andato in centro e in periferia di giorno e di notte nella massima tranquillità, e questa è anche l’opinione di molti miei amici romani».

Tutto grazie allo smantellamento di «tutti gli accampamenti che portavano quella criminalità legata alla presenza di immigrati irregolari». Anche se il sindaco, conclude Berlusconi, «si è dovuto fermare davanti alla porta dei centri sociali perché non ha i poteri di fare di più». Ma «se sarà rieletto potrà contare sull’intervento di Alfano agli Interni».

Una promessa che non passerà inosservata, a sinistra del Pd dove è nata la coalizione Repubblica Romana che ha supportato al primo turno Sandro Medici. E ieri c’è stato l’endorsement dell’ex minisindaco di Cinecittà per Marino: «Per noi sconfiggere la destra romana era e resta un obiettivo politico prioritario».

«I contenuti e i linguaggi che hanno animato la nostra campagna elettorale – spiega Medici – continueranno in piena autonomia a vivere e alimentarsi nelle tante soggettività che hanno sostenuto la mia candidatura, nelle battaglie e nelle vertenze che si svilupperanno», «a sostegno delle culture indipendenti, in favore delle politiche di genere, contro esclusioni, discriminazioni, privatizzazioni e speculazioni».

«Mi auguro – conclude Medici – che Marino diventi sindaco e sappia poi cogliere la qualità di questo patrimonio popolare» che nel passato è stato marginalizzato «da politiche anguste e clientelari».