La notizia l’ha data lui stesso, parlando al Corriere della Sera in una di quelle interviste che suonano un po’ autopromozione aziendale e un po’ commento politico. Davide Casaleggio parlerà della piattaforma Rousseau nel corso di un evento organizzato nel contesto dell’attuale sessione di lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni unite. Il panel in questione si occupa di «cittadinanza digitale». La partecipazione di Casaleggio viene considerata al pari di quella di un privato cittadino. Ma la sua figura comporta implicazioni politico-aziendali. Tanto più che eventi di questo tipo sono in relazione le delegazioni governative e vengono disposti dal personale diplomatico.

INEVITABILE COLLEGARE il tutto al ruolo del neoministro degli esteri e «capo politico» del M5S Luigi Di Maio, che peraltro nelle settimane scorse ha ottenuto che il dipartimento che si occupa di commercio con l’estero traslochi: dal ministero dello sviluppo economico arriva sotto la sua giurisdizione, alla Farnesina.

ED ECCO CHE CASALEGGIO al Palazzo di vetro fa scattare le polemiche. Anche dentro alla maggioranza, il sospetto che ci si trovi di fronte ad un gigantesco conflitto di interessi, per di più mascherato nella forma di un privato cittadino che contribuisce a focalizzare il tema e indirizzi verso, si legge nel programma, la «società universale e sostenibile». Casaleggio se ne deve essere accorto, visto che contestualmente all’annuncio della partecipazione ha fatto sapere che la trasferta a New York se la paga da solo. Probabilmente la nota spese finirà in carico all’Associazione Rousseau, della quale è uno dei solo quattro soci e che si finanzia con un contributo «volontario» di 300 euro al mese dai conti correnti dei trecento parlamentari del Movimento 5 Stelle.

«CASALEGGIO È STATO MULTATO dal Garante della privacy, incredibile che parli ad un evento collaterale all’Onu», dice il capogruppo al senato del Pd Andrea Marcucci. Per Matteo Orfini «proprio perché siamo al governo insieme al M5S dobbiamo dirci la verità: che il governo italiano organizzi la presenza di Casaleggio alle Nazioni unite per promuovere la sua associazione non è normale». La Lega annuncia una interpellanza parlamentare. Volendo ascoltare i dietrologi, le critiche dei neo-alleati del Pd al figlio di Gianroberto minaccerebbero la tenuta della maggioranza, visto che Davide Casaleggio aveva più di un dubbio sull’accordo col Pd e preferiva andare subito al voto.
POI C’ERA STATO IL PASSAGGIO di ratifica della nascita dell’esecutivo sulla piattaforma Rousseau, che ha puntato di nuovo i riflettori su uno strumento controverso ma ormai, al di là delle dichiarazioni enfatiche e dei brand da tutelare nel gioco della politica spettacolo, poco influente nella normale attività quotidiana di ogni eletto grillino. E allora Casaleggio aveva fatto buon viso a cattivo gioco, magari ricevendo rassicurazioni da Di Maio circa la tutela della sua posizione all’interno del M5S e degli equilibri di governo.

NEL FRATTEMPO, il suo braccio destro Pietro Bugani è finito a fare il capo staff della sindaca di Roma Virginia Raggi. Molto probabilmente, però, la questione della partecipazione di Casaleggio non nasce da oscure manovre di potere ma dal solito mix di affermazioni apodittiche e roboanti e inciampi su piccolezze, scenari magnificenti e goffe operazioni, che accompagna da sempre le attività dell’azienda milanese che ha in mano il «sistema operativo», pieno di bug, della forza politica maggiormente rappresentata nel parlamento italiano.

CASALEGGIO VA A NEW YORK perché fa curriculum e per questo non può fare a meno di alimentare la bolla della «democrazia digitale» targata 5 Stelle. Le polemiche sono il prezzo da pagare e non investono la grandissima parte di deputati e senatori grillini. Sul tema gli eletti fanno spallucce, non sanno di cosa si parli.

IN SERATA, DALLA DELEGAZIONE diplomatica italiana a New York cercano di disinnescare la bomba mediatica che lo stesso Casaleggio ha creato: «Stiamo parlando di uno dei numerosi eventi sponsorizzati dalla nostra rappresentanza che vedono la partecipazione del settore privato o di organizzazioni no profit».