Enrico Caruso è stato la prima star mediatica e il cinema non poteva certo lasciarselo sfuggire, ma questa sua esperienza è ignorata dai più. Nel 1918, quando il cinema americano si faceva ancora a New York, il tenore firma un contratto con Jesse Lasky della Famous Players per l’ingente somma di 200.000 dollari per due film. Il primo è My Cousin, una commedia degli equivoci in cui interpreta il duplice ruolo del tenore Caroli e del cugino Tommaso, figurinaio a Little Italy. I personaggi sono proposti con stili recitativi diversi, bonario e pasticcione il cugino, annoiato dalla fama il tenore, in entrambi i casi interpretati col naturalismo moderno che caratterizzava il cantante. Tutte le recensioni rilevano le grandi doti di interprete di Caruso anche sul grande schermo, ma il film non compare nelle sue biografie, come se la sua memoria fosse stata cancellata, lasciando però degli indizi.
Le prime trame apparse sulla stampa raccontano una sorta di «Cavalleria rusticana a Little Italy», in una rappresentazione stereotipata del cugino emigrato e degli italiani, dall’incarnato olivastro: ricordiamo che negli Stati uniti i meridionali in entrata venivano bollati con la S di Southerner, a indicare una loro non completa appartenenza alla razza ariana.

IN AGOSTO, appena celebrato il matrimonio con Dorothy Benjamin, Caruso la porta a una visione privata del film ma, subito dopo, la première dell’attesissima pellicola viene posticipata a novembre, ufficialmente a causa dell’epidemia di spagnola. Analizzando il materiale pubblicitario si scopre invece che alcune sequenze sono state girate di nuovo: per esempio una foto di scena mostra Tommaso e il rivale in amore fare a pugni, mentre nel film gli fa solo le boccacce, il che fa pensare che Caruso sia intervenuto per correggere lo stereotipo. Alcune trame di My Cousin riportano inoltre nomi diversi dei personaggi rispetto a quelli del film. Una campagna pubblicitaria così pasticciata per un film così costoso non si spiega. Poco dopo la prima, il film sparisce. Alcune fonti riportano che Lasky ritira il film dalla distribuzione, sostenendo che si stava rivelando un flop. Se invece si riconosce a Caruso la sua consapevolezza mediatica l’altra ipotesi è che, per quanto si fosse divertito a fare l’attore cinematografico, non amando il cinema e mal sopportando l’immagine che il film dava degli italiani, e non volendo contribuire a confermare lo stereotipo, ne abbia bloccato la circolazione. Peccato, perché Caruso è davvero un attore straordinario.