Sex-mob violento fra i botti di capodanno. Gruppi fuori controllo all’assalto delle donne, con la polizia impreparata e le autorità civili sotto choc. La metropoli della Renania si è risvegliata nell’incubo 2016: la festa di piazza con birra e petardi è stata interpretata a furor di branco che ha messo nel mirino ragazze prima con cori espliciti («Cagna», «Fiki-fiki») e poi con vere e proprie aggressioni fisiche.

Una notte di orrore, con un migliaio di uomini a caccia di donne isolate e impaurite soprattutto nella zona della stazione centrale. Finora sono 90 le vittime che hanno denunciato assalti e rapine a Colonia, mentre altre 10 hanno riferito di analoghe aggressioni nel quartiere a luci rosse di Amburgo. Anche a Stoccarda identico scenario, culminato addirittura con lo stupro di una donna.

«Quel che è accaduto è inaudito» riassume Henriette Reker, sindaca di Colonia che ha convocato una riunione di emergenza. Già al lavoro la commissione d’inchiesta (dieci funzionari, tra cui il city manager Guido Kahlen) con il compito di verificare responsabilità, eventuali omissioni e future misure di protezione.

Alla vigilia di capodanno, la polizia renana avrebbe ricevuto segnalazioni sulla “deriva” dei festeggiamenti. La mattina però tutto sembrava sotto controllo, tant’è che nella zona del duomo erano in servizio le normali pattuglie. Ma la festa è degenerata dopo il lancio dei primi bengala da parte di gruppi di giovani originari del Nord Africa e Medio Oriente. In poco tempo altre centinaia di uomini hanno preso il controllo delle strade, inscenando un’autentica gazzarra. Bombe carta e fumogeni hanno coperto furti, violenze e soprattutto le urla delle vittime. Tra le donne colpite c’è anche una ufficiale di polizia in borghese, come ha confermato Arnold Plickert, presidente del sindacato delle forze dell’ordine di Colonia. «L’intera piazza era gremita di soli uomini. C’erano poche donne isolate, impaurite, che venivano fissate. Non posso descrivere come mi sono sentita a disagio» racconta Anna, 27 anni, che era arrivata con il fidanzato da Monaco.

Altre testimoni confermano la dinamica del sex mob: «Siamo state circondate, palpate, molestate e derubate non solo dei cellulari. Nessuno è intervenuto mentre c’era gente che filmava tutto…». Nemmeno i rinforzi di polizia hanno risolto la situazione: i gruppi (indisturbati) di uomini, tra i 15 e i 35 anni, hanno proseguito così fino a notte fonda.

«Non ci sono prove sui sospetti e non sappiamo chi sono i colpevoli», fanno sapere al presidio di polizia di Colonia impegnato a vagliare denunce e immagini sul web e delle telecamere di sorveglianza. Nessuno azzarda accuse a migranti e rifugiati – «non c’è la minima indicazione che tra i colpevoli vi siano profughi attualmente ospitati nei centri della città», precisa la sindaca -, anche se è pronto un lungo elenco di reati penali, mentre tutti concordano sull’errore di valutazione. E da Berlino Heiko Maas (Spd) ministro federale della giustizia dichiara: «Siamo di fronte a una nuova dimensione della criminalità organizzata». Mentre Angela Merkel chiede una dura risposta: «Si deve fare tutto il possibile per identificare quanto prima i colpevoli e punirli, da dovunque arrivino».

Ora a Colonia l’attenzione selettiva è concentrata sul tradizionale carnevale che calamita pubblico da ogni parte della Germania. Ma sul tavolo degli investigatori resta aperto il caso dell’assalto a un Asylheim nel quartiere di Mülheim dove il 2 gennaio la polizia ha arrestato due uomini di 21 e 23 anni accusati dell’attacco con razzi alla struttura per richiedenti asilo.

Nemmeno 48 ore prima a Dreiech, in Assia, un altro attacco al centro profughi. Ferito un rifugiato di 23 anni che si trovava dietro a una finestra bersagliata da colpi di pistola. È stato dimesso dall’ospedale dopo poche ore mentre la zona industriale adiacente al rifugio è stata isolata dalla polizia. «Un attacco mirato» precisa Nina Reiniger, portavoce dell’ufficio del procuratore distrettuale di Darmstadt. «Gli ospiti del centro profughi hanno corso un rischio elevato», confermano gli investigatori. Il caso è all’attenzione del ministro Maas: «Lo stato di diritto non permetterà al ciclo di violenza di innestarsi ulteriormente». Prudenti le dichiarazioni della polizia dell’Assia che per ora non conferma la matrice razzista: «Per noi può trattarsi di qualunque cosa», precisa il portavoce del Landeskriminalamt locale.

A Kassel, infine, si prova ad attutire il peso dell’emergenza rifugiati. Fino a 100 profughi saranno ospitati in municipio nel caso di overbooking della prima struttura nella città dell’Assia settentrionale capace di 150 posti. L’obiettivo è far transitare i migranti dagli hub di prima accoglienza direttamente negli appartamenti. Nella speranza che siano più sicuri e nascosti degli Asylheim.