In tempi di anestesia generale e di rimozione della memoria storica, i simboli della classe operaia che ancora sopravvivono, si trovano negli stemmi delle squadre di calcio di varie parti del mondo e non si possono rimuovere, perché nel calcio globalizzato hanno a che fare anche con i gadget e il merchandising, cioè con il profitto delle società di calcio. Gli stemmi delle squadre di calcio rappresentano la storia dei luoghi dove sono state fondate. I simboli riportati, oggi oggetto di profitti di ogni genere, non sono il frutto del lavoro di affermati designer o di studi di architetti, ma una trovata alla buona dei fondatori delle squadre, spesso amici o compagni di lavoro spinti dalla passione per il calcio. Buona parte delle compagini calcistiche sono nate in Inghilterra sul finire dell’800 intorno alle fabbriche e nei decenni successivi in altri paesi europei. Classe operaia e calcio sono stati tutt’uno per molti anni, soprattutto nella prima metà del ‘900. I dirigenti politici più attenti hanno visto nel calcio una sana alternativa all’abbrutimento degli operai, che dopo il duro lavoro in fabbrica nei fine settimana correvano nei pub o nelle osterie per abbandonarsi all’alcol. Antonio Gramsci nel libro Sotto la mole definì il calcio: «Paesaggio aperto, circolazione di aria, polmoni sani, muscoli forti, sempre tesi all’azione» e su L’Ordine Nuovo riservò spazio al calcio operaio.

Il tifo operaio per le squadre che nascevano intorno alla fabbrica, ha segnato la simbologia raffigurata negli stemmi di compagini oggi affermate in campo internazionale. Tante altre sono scomparse travolte dalle crisi economiche spesso scaturite da quelle industriali, raccontate da Anthony Cartwright in Irontown (66thand2nd). Ma al di là dei destini infausti o gloriosi, quali sono stati i simboli scelti dalla working class?

Se pallone, acciaio e ciminiere fumanti prevalgono negli stemmi delle squadre fondate nelle aree più industrializzate della vecchia Europa tra la fine dell’800 e la prima decade del ‘900, in Africa le squadre di calcio hanno nei loro stemmi vanghe, zappe, carriole, martelli da carpentiere incrociati, palme, fragole, affiancati dall’immancabile sfera di cuoio. Alcuni simboli, riflesso della presenza coloniale, olandese e francese in particolare, sono state espressione di lavoratori impegnati nelle irrigazioni. Un triangolo di tubi affiancati nella parte superiore da un pomodoro e da una cipolla e le onde delle acque che irrigano i campi nella parte inferiore, sono i simboli raffigurati sullo stemma dell’Office du Niger, squadra del Mali. In Uganda, lo stemma del Masaka, città nota per la produzione di caffè è rappresentato da un trattore e tre chicchi di caffè, sopra posa quasi tra due guanciali un pallone. In altre aree geografiche, dove c’è l’estrazione di materie prime come il nichel, prevalgono i simboli dei minatori. In Botswana, il Letlapeng Sporting Club ha lo stemma diviso in due, nella parte sinistra un calciatore intento a dribblare e nella parte destra i due martelli incrociati sui quali è posato un grande diamante grezzo e il pallone in mezzo.

Nel Ghana, la squadra del Goldstars F.C., espressione di un’area geografica ricca di oro, ha in primo piano i lingotti d’oro oltre a una lunga sega incrociata a una mazza. A Capo Verde, nella città di Pedra de Luma, nell’isola di Sal, la squadra di calcio Sport Club Verdun, fondata dai lavoratori impegnati nell’estrazione del sale, nello stemma vi sono una pala e una picozza rovesciati verso il basso, uniti tra loro dalla scritta Progresso. Contornano lo stemma le parole «Lavoro, Sport, Unità», che il movimento operaio internazionale ha rivendicato a lungo.

Se il martello incrociato in primo piano è il simbolo maggiormente rappresentato nelle squadre della working class dell’est europeo, seguito da quelle con un treno lanciato a rete, le squadre dei ferrovieri, note con il nome di Lokomotiv, in Russia nate dopo la Rivoluzione d’Ottobre, lo stemma recante martello incrociato, ciminiere e fabbrica nel sottofondo sono quelle sorte sul finire dell’800 in Inghilterra. Lo Scunthorpe United FC, espressione di un’area che sorge tra lo Yorkshire e l’Humber dove ha sede il più grande complesso metallurgico dell’Inghilterra, ha nello stemma un pugno chiuso che stringe un pezzo di acciaio con la scritta Iron. Il Braintree Town FC, fondato nel 1898, oggi milita in National League, è rappresentato sullo stemma da un pallone che vola alto al di sopra della fabbrica. Lontani dalle ciminiere fumanti, espressione delle miniere fin dal 1887 è il Barnsley FC, club che oggi milita nei campionati minori, ma dieci anni fa disputò la semifinale di FA Cup dopo essersi affermata sul Chelsea e sul Liverpool. Nello stemma del Barnsley, squadra dell’omonima città collocata nella parte sud dello Yorkshire, dove si produce vetro e si estrae carbone, sono proprio un minatore e un soffiatore di vetro che reggono lo stemma appoggiato su una massa di carboni e la scritta in latino spectemur agendo, che si trova anche nello stemma del Fulham FC.

In quello del Manchester United, rappresentato da un diavolo, nella parte alta veleggia una nave simbolo dei portuali. Sono numerose le squadre delle città di mare che hanno le onde e i pesci, perché fondate da pescatori. Il Peterhead F.C. costituito in Scozia nel 1881 ha un pesce in primo piano. Ancor più evidente è quello del Grimsby Town F.C, squadra di una città della contea del Lincolnshire, che vanta un mercato del pesce tra i più grandi dell’Inghilterra. Nella parte superiore reca un peschereccio e in basso i pesci che attraversano il mare. Lo stemma della squadra di Motherwell, importante centro siderurgico della Scozia, messo in ginocchio durante la crisi degli anni ‘80 del secolo scorso, è rappresentato in basso dalle acciaierie e sopra un pallone.
(Per approfondimenti: www.minutosettantotto.it)