L’omicidio di Giulio Regeni poteva avvenire ovunque perché non c’entra nulla con la ricerca del giovane italiano sui sindacati indipendenti egiziani. Parola di ministro del Cairo.

A esprimere la sua visione delle lunghe e brutali torture subite dal ricercatore in Egitto e del suo assassinio – senza dare conto delle prove certe del coinvolgimento degli uomini del ministero dell’Interno egiziano – è il ministro del Lavoro Mohamed Saafan, su un palcoscenico europeo e Onu: la Conferenza internazionale del lavoro, ospitata a Ginevra dall’Organizzazione internazionale del lavoro.

Saafan ha detto che l’omicidio di Regeni è un caso criminale che va dunque trattato come un qualsiasi omicidio in una qualsiasi parte del mondo. Dimenticando le torture e i depistaggi, dimostrati dalle indagini della Procura di Roma.