L’Egitto guiderà la Commissione anti-terrorismo del Consiglio di sicurezza Onu. La Commissione è stata istituita nel 2001 in seguito agli attentati dell’11 settembre. È paradossale che un governo che manipola per convenienza politica la questione terrorismo venga scelto a guidare l’antiterrorismo così come il politico che più ha alimentato il terrorismo jihadista, Abdel Fattah al-Sisi sia considerato modello della stabilità in Medio oriente da molti governi.

Non si ferma la repressione in Egitto. Il giornalista e ricercatore, Ismail Alexandrani, impegnato per anni al fianco del comunista Khaled Ali nel Centro per i diritti economici e sociali (Ecesr) del Cairo, più volte intervistato dal manifesto in merito alle questioni legate al terrorismo jihadista nella regione del Sinai, è stato arrestato all’aeroporto di Hurghada con le accuse di appartenere all’organizzazione fuori legge dei Fratelli musulmani e per diffusione di notizie false. Alexandrani aveva deciso di tornare in Egitto nonostante avesse ricevuto avvisi di un possibile arresto. Per questo aveva deciso di volare dall’aeroporto di Berlino verso Hurghada e non da quello di Istanbul direttamente al Cairo. Nelle ultime settimane Alexandrani aveva pubblicato articoli critici nei confronti di Abdel Fattah al-Sisi accusandolo di essere la principale causa della guerra nel Sinai. Per anni, l’analista si è occupato di legami tra sicurezza di Stato e jihadisti. Anche Human Rights Watch e la ong italiana Cospe ne hanno chiesto il rilascio.

Malek Adly, avvocato di Ecesr, ha ammesso che Alexandrani non ha garantiti i diritti basilari e che non è stato possibile per i suoi avvocati di visionare le prove a suo carico. Sono ormai centinaia i casi di violazioni della libertà di stampa e di parola nel paese con decine di giornalisti ed esperti costretti a lasciare l’Egitto in seguito al colpo di stato militare del 3 luglio 2013.

Saranno annunciati nei prossimi giorni i risultati definitivi delle elezioni parlamentari in corso dallo scorso ottobre. Al primo turno, la lista elettorale di al-Sisi aveva ottenuto il 100% dei seggi disponibili. La Corte del Cairo ha revocato invece la condanna a morte contro la guida suprema dei Fratelli musulmani, Mohamed Badie, stabilendo che il processo è tutto da rifare.