C’è sempre tanta ipocrisia quando Hollywood prova a parlare della violenza provocata dalle armi da fuoco. Nel 2016 Matt Damon si lamentava della facilità con la quale chiunque può ottenere una pistola, ma quella stessa settimana l’enorme pubblicità del nuovo film della saga «Bourne» lo presentava in veste di protagonista e con la pistola puntata.

Lo stesso vale per Liam Neeson che l’anno prima aveva criticato il fatto che più di 300 milioni di armi da fuoco giravano negli Stati Uniti. Para USA, una società che fornisce armi per il loro utilizzo nei film boicottò i film di Neeson mentre un artista di strada cambiava i manifesti per il suo «Run All Night» in «Gun All Night», sottolineando in tal modo l’ipocrisia di un attore che ha fatto un sacco di soldi con film che glorificano la violenza delle armi per poi lamentarne gli effetti.

Forse è per questo motivo che poche star prendono posizione contro i sostenitori del secondo emendamento. Ci sono anche star a cui le armi piacciono. Sicuramente gli attori che si schierano a destra non ci sorprendono; pensiamo a Clint Eastwood, Chris Pratt, Chuck Norris e Vince Vaughn. Ma abbiamo appassionati di armi anche dalla parte dei liberali. Brad Pitt e Angelina Jolie andavano a sparare al poligono insieme. Johnny Depp e Amber Heard prima di separarsi andavano molto d’accordo sul collezionare fucili e pistole. Whoopi Goldberg, Robert de Niro, Samuel L. Jackson e Jennifer Lawrence hanno tutti ammesso di possedere armi per protezione personale. Sean Penn possedeva una collezione prodigiosa ma Charlize Theron l’ha convinto a liberarsene.

L’artista Jeff Koons ha fatto una scultura chiamata «Uli», con canne di fucile fuse insieme.
La cultura delle armi e’ visibile ovunque nel cinema americano.E non solo nelle scene di sparatorie. Ecco alcuni esempi di feticismo per le armi ancora più inquietante. Quante volte abbiamo visto un bambino imparare ad usare una pistola o un fucile, da «Il Cavaliere della Valle solitaria» a «Stand By Me – Ricordo di un estate»; da Natalie Portman in Leon a Saoirse Ronan in «Hanna».
O scene in cui un personaggio possiede un numero incredibile di armi come «Mad Max III», «Suicide Squad», «Bad Boys» e «Beverly Hills Cop».

Keanu Reeves non ha voluto recitare in «Platoon» perché era troppo violento ma adesso sta girando la trilogia di John Wick, una fantasia quasi sessuale che pullula di pallottole. Forse però il peggio deve ancora arrivare. Ho visto un film alla Mostra di Venezia un paio di settimane fa, «Run Hide Fight», ambientato durante una sparatoria in una scuola come quelle di Parkland o Columbine. La fantasia della destra è che l’unica soluzione ad un cattivo con un’arma sia un buono con un’arma – in questo caso una studentessa con un padre militare e il fantasma di sua mamma. L’unica speranza è che si sia finalmente toccato il fondo.