Cari amici genovesi, questa vuol essere una piccola testimonianza di stima e solidarietà nei vostri confronti. Di Genova si parla sempre troppo poco, a meno che piogge e frane non ne facciano boccone da cronaca, come è appena successo. Eccoci, allora, a segnalare una mostra raffinata nella tematiche e nei tesori esposti. Arte ottomana, 1450 -1600 racconta il legame della città con la cultura e l’economia ottomane, particolarmente forte durante il periodo preso in considerazione. Fu in tale periodo che l’Occidente nobile e borghese si innamorò di oggetti d’arte preziosi, provenienti da un mondo vicino e al tempo stesso ancora esotico.

I rapporti tra Genova e Istanbul erano talmente stretti che nella capitale turca si formò una colonia genovese, tuttora presente, nel distretto di Beyoglu. Qualche cenno sulla mostra, aperta fino al 14 dicembre, info 0100983860, 393/8246228. Settanta i pezzi esposti nelle quattro sale, in parte provenienti da prestiti del Museo Nazionale del Bargello e Stibbert di Firenze, del Museo di Arte Islamica di Berlino e del Museo della Ceramica di Sèvres. Dietro le vetrine, tappeti, metalli, arti del libro, tessuti, ceramiche. Autentica rarità il Corano di Maometto II con dedica, e un tughra, documento firmato da Solimano il Magnifico. Il contesto rinascimentale di Palazzo Nicolosio Lomellino non poteva essere migliore.

Proviamo a restare in zona, la cosiddetta «Via Aurea», nelle segnalazioni del buon ristoro sotto la Lanterna. Neanche usciti dal Palazzo e già siete arrivati a I tre merli, vico Calata Cattaneo 17, 010/2464416, 30/35. La buttiamo lì: trofiette di Recco al pesto al basilico, gnocchetti al ragù di astice, zuppetta del pescatore, stoccafisso accomodato in umido. Due pagine del menu sono consacrate alla cucina genovese. Analoga scelta fa Alle due torri, Salita del Prione 53, 010/2513637, Dieci minuti a piedi e una trentina di euro. Nella stalla delle mura, oggi sala di un ristorante centenario, pare facessero sosta i Crociati. Magari siete capitati a Genova, o passeggiate in veste di cittadino, durante un giorno speciale non solo per la mostra. O, semplicemente, siete in vena di concedervi una piccola follia. Bene: Da Rina, mura delle Grazie 3, 010/2466475, occasione speciale o piccola follia saranno compensate dalla miglior cucina della città. Frittelle di baccalà con verdure di stagione, bagnun di acciughe alla maggiorana fresca con crostini, ravioli di branzino con ristretto di crostacei, tagliolini freschi con scampi nostrani, rombo in salsa di limoni amalfitani, pescato del giorno, millefoglie con crema allo zabaione leggero.

Conto sui 50/55. Ne vale la pena. Sonni pacifici al B&B del Centro, via di San Lorenzo 4, 010/2472906, 329/0621106, la doppia 70/90. Arredi accoglienti nelle stanze e nelle parti comuni, affaccio sul porto antico, metro per la stazione FS a un passo. Sono passati trent’anni da quando Faber scrisse l’album Creuza de mä. Riascoltate, in tema con la mostra, Sinàn Capudàn Pascià.

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