Prodotto fra gli altri da Scott Rudin, l’adattamento di Aaron Sorkin di Il buio oltre la siepe di Harper Lee dovrebbe arrivare sulle scene di Broadway il prossimo dicembre. Gli amministratori del patrimonio di Lee – scomparsa nel febbraio 2016 – hanno però intentato causa contro lo script di Sorkin accusandolo di essersi troppo allontanato dallo spirito originario del libro.
La principale ragione del contendere è la rappresentazione dell’eroe del romanzo, e cioè Atticus Finch – che nel celebre film del 1962 di Robert Mulligan era interpretato da Gregory Peck – l’integerrimo avvocato che nell’Alabama degli anni Trenta difende un ragazzo nero dall’ingiusta accusa di aver stuprato una donna bianca.

«Basato sulla figura del padre di Lee, un piccolo avvocato dell’Alabama che rappresentava clienti africanamerican in tribunale, Atticus Finch è rappresentato nel romanzo come un modello di saggezza, integrità e professionalità» recita la denuncia resa pubblica dal «NY Times».
I legali della scrittrice si sono detti preoccupati dopo aver visionato una prima stesura dello spettacolo e soprattutto dopo un’intervista rilasciata dallo stesso Sorkin a «Vulture» in cui annunciava la presenza di due nuovi personaggi e inoltre che Calpurnia, la domestica nera dei Finch, avrebbe avuto un ruolo di maggior rilievo rispetto al romanzo.

Ma soprattutto che «per quanto riguarda la virtù di Atticus, c’è una diversa prospettiva rispetto a quella di Harper Lee o di Horton Foote (lo sceneggiatore del film del ’62, ndr): lui ’diventa’ Atticus Finch solo alla fine dello spettacolo». Atticus (che a Broadway avrà il volto di Jeff Daniels) verrebbe cioè rappresentato all’inizio della storia come un sostenitore della segregazione razziale, che solo in seguito cambia idea.
Il produttore Scott Rudin si è detto sorpreso delle obiezioni degli avvocati che gestiscono il patrimonio di Lee, soprattutto considerato il loro ruolo molto controverso nella pubblicazione nel 2015 di Va’, metti una sentinella, una prima stesura di Il buio oltre la siepe in cui Atticus è raffigurato come un razzista. «Non posso e non voglio presentare uno spettacolo che in termini di politiche razziali sembri scritto nell’anno in cui è uscito il libro», ha aggiunto Rudin. «Il mondo da allora è cambiato»